Vale la pena frequentare l’università? Analizziamo pro e contro



Molti giovani, al termine delle scuole superiori, si trovano di fronte al grande dilemma: università sì o no? La risposta non è facile, perché dipende. Da cosa? Anzitutto, da quale professione si desidera svolgere. Un medico, un insegnante, un ingegnere, un professionista di ambito sanitario, un avvocato necessitano obbligatoriamente della Laurea.

Tuttavia, le carriere digitali che stanno prendendo sempre più piede, o altre occupazioni nel retail o in altri ambiti non prevedono un iter formativo univoco, e in questi casi valgono di più le piccole esperienze sul campo e le proprie risorse personali, come vedremo a breve.

Università sì oppure no?

Frequentare l’università consente di approfondire le proprie conoscenze in un determinato ambito, scientifico o umanistico, di specializzarsi e potersi inserire nel mondo del lavoro, se parliamo di professioni che prevedano un percorso “standard” o l’iscrizione a un albo.

Attenzione, però: frequentare l’università e conseguire un titolo di studio (Laurea) non implica che chi si laurea abbia già le competenze necessarie a svolgere una determinata professione, o chi non si laurea non sia affidabile, preparato e competente in un determinato settore.

Infatti, molti recruiter, più che persone con tanta formazione e titoli di studio, orientano le loro ricerche a persone con una esperienza pratica già maturata, e dunque già “formate” sul campo, risorse che possano offrire davvero un valore aggiunto all’azienda.

Non tutte le professioni richiedono la Laurea

Dal punto di vista lavorativo, anche dopo l’università, si apre una lunga fase di gavetta ed esperienze brevi o medie, per iniziare a prendere confidenza con il mondo del lavoro.

Dopo anni, l’esperienza continua a migliorare, incrementando le competenze e la preparazione professionale del lavoratore, aumentando consapevolezza e affidabilità, oltre ad affinare e rendere più chiare le proprie risorse personali, come ad esempio la flessibilità, lo spirito di adattamento, l’empatia e la disponibilità al dialogo, molto spesso più utili e preziose di qualche anno di esperienza pratica.

Esistono numerose professioni che non necessitano del titolo di studio. Per esempio, se desideri avviare un’attività commerciale non hai bisogno di frequentare l’università, poiché si tratta di un lavoro in proprio che non richiede specializzazione.

Ciò non ti impedirà certo di essere un valido esercente, perché l’esperienza, l’empatia o la propensione naturale saranno validi alleati, permettendoti di diventare una persona realizzata. Insomma, questo era solo uno dei tanti esempi per ribadire che la formazione vera e propria poi non si limita agli studi teorici.

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L’Università offre maggiori chances?

Pensare che l’Università offra maggiori possibilità è quindi un concetto non del tutto corretto. Infatti, come accennavamo poco fa, attualmente le aziende non cercano necessariamente laureati, ma persone che abbiano maturato esperienza in specifici ambiti o abbiano particolari attitudini a svolgere mansioni per le quali siano richieste conoscenze e competenze informatiche, di problem solving e di comunicazione.

Tra le persone giovani in cerca di occupazione troviamo tanti laureati, disposti a svolgere lavori non strettamente attinenti alla propria specializzazione. Non è raro vedere persone laureate partecipare a concorsi o selezioni per occupazioni di generica qualifica per i quali sarebbe sufficiente un diploma quinquennale di scuola superiore.

Tuttavia, come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, la Laurea è utile, anzi, necessaria, per svolgere professioni come medico, avvocato, professore, ingegnere, professioni sanitarie (ostetricia e infermieristica tra i tanti esempi, ma anche logopedia e fisioterapia).

A proposito di Università, ecco tre linee guida per scegliere bene

Se desideri frequentare l’Università, segui questi tre criteri:

  1. Conosci al meglio le tue predisposizioni, le tue reali aspirazioni.
    Cerca di capire bene cosa ti piaccia studiare o quale professione ti piacerebbe svolgere. Rifletti attentamente sul tipo di preparazione base che già possiedi, e vedi come approfondire le tue conoscenze facendo una scelta mirata.
  2. Informati a fondo su facoltà, percorsi di studi, atenei. Non tralasciare nulla.
    Non dimenticare di confrontarti con chi ha già seguito o sta seguendo il percorso di studi che vorresti intraprendere.
  3. Valuta con attenzione le prospettive lavorative sul mercato.
    Conoscere un po’ il mondo del lavoro e le figure professionali più ricercate, informarsi con chi già svolge la professione che ti interessa può essere utile, ti aiuterà a focalizzarti e ad avere le idee più chiare.

Alcune conclusioni

Al giorno d’oggi, per molte professioni, è sufficiente seguire corsi mirati, formativi e professionalizzanti. Aziende come IBM, Google, IBM, Twitter, Apple, Facebook, Amazon e molte altre, in altri settori, non richiedono necessariamente laureati.

Al contrario, ricercano persone giovani, curiose, che abbiano frequentato corsi brevi di formazione in ambiti quali “gestione di progetti”, “analisi dei dati”, “utilizzo di software”.

Possiamo dire che il percorso di studi universitario è principalmente utile a un arricchimento personale, laddove non necessario per professioni mirate, poiché è una palestra mentale che stimola il pensiero critico, il dialogo e sprona ad ampliare la propria visione e il proprio sguardo.

Le competenze tecniche si acquisiscono con l’esperienza e i tentativi pratici, dapprima anche in ambiti lontani dal proprio, poi affinando sempre più la ricerca. Ricorda di non sottovalutare anche le competenze relazionali, la tua capacità di interagire con gli altri, un aspetto prezioso e spesso sottovalutato. Scopri ora corsi di formazione per migliorare le tue competenze su vari fronti.

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