Sai cos’è il mindset e cosa significa cambiare mindset? Il mindset è la mentalità di una persona. È il risultato del proprio bagaglio esperienziale: vissuti, abitudini, valori, pattern culturali che la nostra mente ha acquisito e acquisisce nel corso del tempo, e tutto ciò condiziona le nostre modalità di agire e reagire alle situazioni della vita di ogni giorno, anche sul lavoro. Perciò, vediamo insieme come avere un mindset vincente sul lavoro e perché è così importante, soprattutto al giorno d’oggi.

Perché è fondamentale lavorare sul proprio mindset per migliorarlo?

Lavorare per cambiare in meglio il proprio mindset, cioè il proprio atteggiamento mentale, ha importanti ripercussioni sulla propria professionalità e sull’approccio al lavoro, sia per diventare leader di successo, sia per la propria crescita.

Infatti, indipendentemente dalla posizione ricoperta, imprenditori, liberi professionisti e dipendenti dovrebbero lavorare sul proprio atteggiamento mentale costantemente.

L’obiettivo è avere una mentalità aperta, agile, possibilista, proattiva, e non rimanere arroccati sulle proprie convinzioni: ciò è valido per sé stessi come persone e come risorse professionali, e nelle relazioni con gli altri (personali e lavorative).

Questo tema è stato approfondito in numerosi studi. In particolare, tra i maggiori studiosi vi è Carol S. Dweck: troviamo i suoi contributi sia in Implicit Theories of Interest: Finding Your Passion or Developing It?, sia nel libro dal titolo Mindset: The New Psychology of Success.

In una prima analisi, Dweck suggerisce di valutare la propria mentalità, riconoscendone due tipi: una mentalità fissa (statica) o una mentalità di crescita (dinamica), in inglese fixed mindset e growth mindset.

Mentalità statica e mentalità dinamica

La mentalità statica si basa su queste convinzioni:

A livello teorico, lavorare sul proprio mindset significa rimuovere queste convinzioni, nemiche dell’evoluzione, del cambiamento, della propositività e dunque del miglioramento.

Invece, è molto importante passare a un mindset di crescita: si basa sulla convinzione che è sempre possibile migliorare sé stessi.

Infatti, avere una mentalità di crescita significa avere la convinzione che, con impegno, perseveranza e passione sia possibile sviluppare le proprie qualità naturali e nuove abilità.

Questo atteggiamento mentale aiuta le persone a rivedere il proprio approccio alle sfide, alle difficoltà e agli eventi inaspettati, rimanendo motivate a lavorare per migliorare le proprie capacità.

Il concetto che introduce la studiosa Dweck è quello dell’impegno intenzionale, cioè la capacità di utilizzare riscontri ed errori come opportunità per migliorare, lezioni di vita, godersi il processo di apprendimento e diventare più produttivi ed efficaci.

Il mindset del successo (spiegato da un Mentalista di fama internazionale)

Come cambiare mindset? Ecco 5 gesti importanti

È sempre Dweck a fornire utili spunti per cambiare in meglio la propria mentalità. L’obiettivo finale è sviluppare un mindset adeguato, positivo e vincente. Vediamo 5 step importanti per passare da una mentalità statica a una mentalità di crescita:

1. Medita

Esercitare il pensiero con la meditazione può essere un ottimo modo per accogliere positivamente il cambiamento. Meditare significa allenare la mente, cioè sviluppare la capacità di esaminare con atteggiamento critico tutto ciò che avviene intorno a noi e nella nostra vita.

2. Accetta il cambiamento

Accettare che è necessario cambiare mentalità per portare benefici positivi alla propria vita e al proprio percorso professionale è un prerequisito indispensabile per iniziare nel modo giusto. Ciascuno di noi ha lati caratteriali da smussare, convinzioni errate (bias cognitivi), che ostacolano o rallentano la crescita personale e professionale. Riconoscere i propri limiti e difetti è già un primo passo da compiere.

3. Identificare e celebrare i progressi 

Lavorare sulla crescita personale significa anche identificare i progressi compiuti giorno dopo giorno, ottenuti grazie al lavoro su sé stessi svolto di giorno in giorno. È importante celebrare i piccoli traguardi, per auto spronarsi a fare sempre meglio.

4. Visione di lungo periodo

Cambiare il mindset richiede costanza e pazienza. Infatti, molto spesso, un cambio di mentalità implica dover sovvertire abitudini e modi d’essere ben radicati. È necessario pazientare, senza aspettarsi di vedere risultati immediati.

5. Accetta un sostegno esterno

Questo percorso personale può essere agevolato affidandosi a diverse figure specializzate in crescita e sviluppo personale, come per esempio i life coach o i career coach. Questi professionisti sono specializzati nel mindset coaching, cioè un insieme di pratiche studiate per creare le condizioni giuste affinché si sviluppi un cambiamento positivo nelle persone.

Il mindset del successo (spiegato da un Mentalista di fama internazionale)

L’importanza del mindset agile a livello aziendale

Il cambio di mentalità può essere sviluppato a livello aziendale. Infatti, sempre più organizzazioni promuovono il cosiddetto mindset agile, cioè un approccio al lavoro adeguatamente definito e condiviso tra tutti i lavoratori. Questo approccio si basa su quattro punti essenziali:

Il mindset agile si è recentemente sviluppato in un contesto attuale, in cui sempre più aziende tendono a dare maggior spazio ai propri dipendenti e collaboratori, promuovendo una cultura di reciprocità, resilienza e responsabilità. L’obiettivo è creare un mindset positivo e orientato alla crescita.

Pillole quotidiane per abbracciare il mindset imprenditoriale

Come si può creare un mindset agile nelle organizzazioni?

Sono svariate le azioni da compiere con l’obiettivo di creare e sviluppare un mindset agile all’interno delle organizzazioni. Vediamo insieme alcuni metodi ai quali ispirarsi:

1. Concentrarsi sull’apprendimento

Le organizzazioni si stanno focalizzando sempre più sull’input anziché sull’output. Ciò significa valutare le prestazioni dei dipendenti in base alle competenze acquisite e ai progressi compiuti, anziché misurare esclusivamente i risultati. Il tentativo è valutare la crescita della risorsa umana nella sua singolarità.

2. Pratiche di incoraggiamento

In questa prospettiva, il fallimento o il mancato raggiungimento di un obiettivo sono analizzati diversamente dai leader, i quali cercano di motivare i dipendenti incoraggiandoli al miglioramento e al superamento delle difficoltà, anziché concentrarsi sull’errore e sulle conseguenze.

Ascoltare e coinvolgere tutte le risorse in azienda, favorire il dialogo e lo scambio, valorizzare le singolarità e le caratteristiche di ognuno può seriamente contribuire a consolidare un clima di serenità.

4. Upskilling e reskilling

Un adeguato mindset aziendale è tale anche quando l’organizzazione o l’azienda investe nel potenziamento e nell’acquisizione di nuove competenze. Le cosiddette pratiche di upskilling e reskilling diventano oggi di primaria importanza nei piani di crescita e sviluppo.

5. Business coaching

L’introduzione in azienda di uno o più programmi di business coaching è molto importante per la crescita del potenziale e del valore di ogni risorsa umana. Il ruolo del business coach è aiutare a progettare una visione del business che sia allineata ai valori aziendali e all’obiettivo strategico.

Pillole quotidiane per abbracciare il mindset imprenditoriale

Ultimamente, sul posto di lavoro, c’è un clima pesante e ti stai chiedendo come gestire i conflitti in azienda? Non è sempre facile, specialmente quando le persone coinvolte si sentono frustrate e la comunicazione è opaca.

I conflitti sul lavoro possono avere diverse cause, come per esempio scontri tra personalità, competizione o differenti approcci alla risoluzione delle sfide. È inevitabile che possano esserci situazioni di conflittualità, soprattutto quando più persone lavorano a contatto stretto.

Che si tratti di conflitti tra colleghi o tra il capo e i dipendenti, vediamo di comprendere le cause principali dei conflitti e come gestirli e risolverli in modo efficace.

Quali sono le cause della conflittualità in azienda? Eccone almeno 4

Come abbiamo accennato, è inevitabile che possano esserci confronti accesi o situazioni di scontro. Le cause sono differenti, e possiamo individuarne almeno quattro:

1. Comunicazione inadeguata

Una delle cause più comuni di conflitti sul posto di lavoro è la cattiva comunicazione. Può riguardare qualsiasi cosa: un fraintendimento di istruzioni, una errata interpretazione delle parole o delle azioni di qualcuno.

Una comunicazione non chiara conduce spesso a equivoci e disaccordi, che a loro volta possono sfociare in dissapori e conflitti. Per evitare tutto questo, è importante imparare a comunicare adeguatamente in tutte le situazioni.

È opportuno che tutte le persone del team ascoltino attentamente, prestino attenzione ai dettagli, interagiscano tra loro chiaramente, ma soprattutto facciano domande in caso di dubbi.

Anche la comunicazione scritta è fondamentale: spesso, la troppa concisione penalizza l’intelligibilità delle informazioni; meglio qualche riga in più, ma completa di tutto ciò che occorre sapere.

2. Competitività per le risorse

I conflitti sorgono di frequente quando c’è competizione per le risorse, come per esempio tempo o denaro. Può trattarsi di concorrenza tra colleghi per opportunità di avanzamento o promozione, oppure competizione per l’assegnazione del budget.

Quando le risorse scarseggiano, possono insorgere tensioni tra le persone e i team che si sforzano di ottenere ciò di cui hanno necessità o che desiderano.

Per non incorrere in questo tipo di conflitto, è importante assicurarsi che ci siano a disposizione risorse adeguate e che tutti abbiano le stesse possibilità di ottenere ciò di cui hanno bisogno o che vorrebbero.

3. Scarsa armonia tra diverse personalità

Questa situazione è piuttosto frequente. Gli scontri di personalità hanno luogo quando le varie personalità non si armonizzano tra loro. Ciò può essere dovuto a divergenze di opinioni, obiettivi, caratteri forti che possono portare a discussioni e litigi su determinate questioni.

Per evitare questa situazione, è importante che ciascuno rispetti le opinioni, gli obiettivi, le convinzioni e i valori altrui, in modo che tutti si sentano egualmente ascoltati e valorizzati sul posto di lavoro.

4. Scontri di potere

Le “lotte” di potere si verificano quando una persona ritiene di avere più potere di un’altra nella gerarchia all’interno del team oppure, in generale, sul posto di lavoro.

Ciò può essere riconducibile a differenze di anzianità o di ruolo all’interno dell’organizzazione, che possono portare una persona a sentirsi più potente di un’altra, provocando tensioni tra di loro.

Per evitare questa spiacevole evenienza, è importante che tutte le persone abbiano accesso alle decisioni che riguardano il loro ruolo, in modo che nessuno ritenga che la sua opinione sia svalutata o non è rispettata all’interno della struttura gerarchica.

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Ecco 3 possibili soluzioni per gestire i conflitti in azienda

Quello che i manager e i team leader dovrebbero tenere sempre a mente è che le organizzazioni sono composte da persone (ciò che viene definita “risorsa” è, in primo luogo, una persona con determinate competenze, aspirazioni e obiettivi).

Infatti, sono le persone a comporre la forza lavoro, e il loro benessere è fondamentale perché le cose funzionino al meglio.

È proprio nella comprensione e nell’ascolto dei diversi sentimenti, istanze, emozioni e prospettive dei propri collaboratori che risiede la soluzione della corretta gestione di ogni situazione conflittuale.

Gestire i conflitti non è semplice: le persone sono complesse, ognuna è diversa dall’altra e occorre riflettere su quali possano essere le adeguate strategie di risoluzione che funzionano in una determinata organizzazione.

È attraverso una sana gestione dei conflitti sul posto di lavoro che tutti i soggetti coinvolti possono migliorarsi, sviluppando adattabilità e capacità di resistere emotivamente allo stress e agli imprevisti.

A questo scopo, proviamo a individuare tre strategie utili alla gestione della conflittualità aziendale:

1. Definire canali e mezzi di comunicazione chiari

È molto importante stabilire protocolli e processi ben strutturati, per ridurre al minimo gli incidenti dovuti a una comunicazione poco chiara. Infatti, la trasparenza è la chiave nella comunicazione organizzativa.

Indubbiamente, ci saranno alcuni tipi di informazione conosciute o limitate a una ristretta cerchia di persone, ma in generale è sempre opportuno essere lineari e trasparenti nella comunicazione.

Questo atteggiamento contribuirà a chiarire le cose in caso di malintesi, consentendo di mantenersi ancorati ai fatti e non alle supposizioni.

2. Considerare sempre il lato umano delle situazioni

Alcuni manager tendono a comportarsi in modo troppo “fiscale”. Si spazientiscono facilmente o demandano tutto alle risorse umane, che potrebbero non avere gli strumenti giusti per analizzare la situazione nella corretta prospettiva.

Invece, occorre cercare di comprendere le differenti sfaccettature di un conflitto sul posto di lavoro, raggiungendo un compromesso e una soluzione condivisi.

Ciò si tradurrà in una migliore fidelizzazione dei talenti, migliorerà il morale dei dipendenti e li motiverà a ottenere migliori prestazioni, perché sapranno di poter contare sull’ascolto e sulla disponibilità del management.

La costruzione di un rapporto positivo con le persone ha bisogno di un approccio empatico. Empatia e intelligenza emotiva sono necessarie a un buon leader, per comprendere più facilmente i conflitti e le aspettative delle persone coinvolte e prevenire incidenti futuri.

Inoltre, un atteggiamento comprensivo e un buon ascolto attivo aiutano a sviluppare lo spirito di gruppo a tutto vantaggio dell’organizzazione nel lungo periodo.

3. Superare la dicotomia “ragione/torto” 

Un conflitto può essere considerato risolto “con successo” solo quando tutte le parti coinvolte raggiungono un accordo reciproco su una soluzione condivisa.

Infatti, è necessario aiutare tutte le parti coinvolte a ricordare che si sta collaborando per il bene dell’organizzazione aziendale, quindi è importante stabilire un terreno comune e aprire il dialogo per lavorare meglio insieme.

Alcuni conflitti possono essere costruttivi

Di per sé, una situazione conflittuale è la presa d’atto che ci sono posizioni diverse rispetto a un problema comune. Questa non è una situazione negativa, anzi, al contrario, può essere un’occasione per attivare un processo di problem solving mirato a individuare una soluzione con la partecipazione di tutte le persone coinvolte.

Una situazione conflittuale diventa davvero problematica quando è mal gestita e si trasforma in uno scontro acceso tra persone.

È perciò fondamentale che in un’organizzazione si diffondano le capacità negoziali e di risoluzione dei conflitti anche attraverso la formazione manageriale. Diversamente, il rischio è che le risorse e le persone di talento ricerchino altrove un ambiente di lavoro più sano, percorribile e sicuro.

Trattenere le risorse è prezioso, perché porta a un costante miglioramento delle competenze e dell’etica professionale, elementi essenziali per aiutare l’organizzazione a migliorare e crescere in futuro. Inoltre, un ambiente sano e di dialogo rende l’azienda un posto di lavoro più attraente per nuove risorse.

Corsi online per imparare a gestire i conflitti in azienda

Un ottimo modo per capire come gestire i conflitti in azienda è seguire uno o più corsi online, direttamente da casa o da dove vuoi e in base alla tua personale organizzazione.

Arricchirai le tue conoscenze e le tue competenze, grazie alle lezioni a distanza erogate da professionisti ed esperti del settore. Per esempio, su tra i nostri corsi online puoi dare un’occhiata ai corsi di gestione aziendale, nella sezione dedicata al Business.

Imparerai la gestione del lavoro di team orientato a obiettivi comuni, saprai come si deve comportare un vero leader (con empatia, ascolto attivo e intelligenza emotiva) e riuscirai a prevenire i conflitti o gestirli in modo costruttivo e arricchente per tutte le parti coinvolte. Cosa aspetti a iniziare?

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Sai cosa significa leadership? Che competenze deve avere un leader e come essere un buon leader? Chi dirige un’azienda, un’organizzazione o gestisce un particolare progetto ha una grande responsabilità: prendere decisioni affidabili ed efficaci, coordinare un team di persone e promuovere un clima di serenità e produttività.

Ciò ha a che fare non solo con la capacità decisionale, ma anche con l’autorevolezza e la credibilità, in modo da assicurarsi la fiducia di colleghi, dipendenti e collaboratori. È proprio in questo aspetto che si può distinguere un buon leader da un “semplice” manager.

In questo articolo capiremo insieme quali sono le principali caratteristiche che dovrebbe avere un buon leader, quali sono le differenze tra un leader e un capo e come esercitare adeguatamente la propria leadership.

Cosa è la leadership?

Con il termine leadership si fa riferimento alla capacità di una persona di guidare con autorevolezza un gruppo o team di cui è responsabile, guadagnandosi la sua fiducia e raggiungendo gli obiettivi prefissati. La parola deriva dal verbo inglese to lead, che significa, appunto, guidare.

La leadership è una qualità molto importante, soprattutto nel mondo del lavoro, per rendere coeso il team e agire insieme nella stessa direzione, lavorare con efficienza e motivazione e raggiungere tutti gli obiettivi nei tempi e con le risorse (anche economiche) previste.

Cosa rende un leader un buon leader?

Come abbiamo anticipato, un buon leader è in grado di motivare, incoraggiare e ispirare i suoi collaboratori, indicando la direzione verso cui muoversi e quali obiettivi raggiungere. Per migliorare le proprie doti di leader, è necessario:

Vediamo ora quali sono i modelli e gli stili di leadership, ne possiamo individuare almeno tre.

Quali sono i modelli e gli stili di leadership?

La leadership può essere esercitata in vari modi e secondo modelli differenti, in base alle esigenze del progetto su cui si sta collaborando o agli obiettivi aziendali. Ecco di seguito tre modi per esercitare la propria leadership.

Leadership autoritaria o autocratica

In questo caso, le decisioni vengono prese in maniera centralizzata, cioè una sola persona prende le decisioni importanti. Un leader di tipo autoritario ha una visione chiara della situazione generale e del progetto, ma coinvolge il resto del team solo per determinate attività o quando necessario.

Leadership democratica

All’opposto della leadership autocratica, c’è quella democratica; in questo caso, il leader accoglie e mette in pratica tutti i contributi dei suoi collaboratori, pervenendo successivamente a una sintesi.

Leadership flessibile

Questo tipo di leadership garantisce ampio spazio di intervento ai collaboratori, che possono proporre idee e possibili soluzioni utili a raggiungere gli obiettivi aziendali.

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Quali sono le 5 qualità fondamentali di un leader?

Perché un valido leader possa essere definito tale, dovrebbe possedere determinate caratteristiche, che vediamo subito:

1. Carisma e personalità

Significa non solo avere una visione d’insieme innovativa, ma saperla comunicare ai propri collaboratori, ossia quelli cui sarà chiesto di metterla in pratica. Perciò, un buon leader è in grado di ispirare, coinvolgere e convincere i collaboratori a credere nel progetto e negli obiettivi aziendali, dando il massimo per attuarli.

2. Capacità di favorire la collaborazione

È la tendenza a promuovere la collaborazione tra i membri del team e favorire il lavoro di squadra. Infatti, il leader sa che per realizzare la sua visione necessita del contributo di tutti i suoi sostenitori. Perciò, il suo primo passo è conquistarsi la loro fiducia e far sì che ciascuno abbia fiducia nei colleghi.

3. Valorizzare le capacità dei collaboratori

Un leader non si concentra sugli errori o le sviste dei collaboratori, bensì su ciò che potrebbe essere migliorato nello svolgimento delle loro attività. Infatti, l’ obiettivo non è colpevolizzare, ma ottimizzare e valorizzare.

4. Approccio costruttivo

Di conseguenza, una delle doti del leader è la costruttività, non solo nel suo atteggiamento verso i colleghi, ma anche nella percezione generale dell’attività lavorativa. Difficoltà e ostacoli sono sempre occasioni di crescita. Un buon leader è anche chi insegna a saper trasformare le sfide in opportunità di crescita.

5. Entusiasmo e curiosità

La dote principale di un buon leader convincente è la passione unita all’entusiasmo e alla volontà di sperimentare. È proprio la passione, infatti, a costituire un ottimo strumento per stringere relazioni decisive con validi collaboratori, con altri imprenditori o con finanziatori, per ottenerne il sostegno verso il successo e il raggiungimento degli obiettivi.

Qual è la differenza tra un capo e un leader?

Il capo è una persona dalla mentalità fredda, cioè tende a gestire l’azienda e il team in maniera distaccata e poco empatica; invece, il leader ispira all’innovazione e all’interazione, ed è molto empatico verso i suoi collaboratori.

Ogni azienda ha al suo interno un capo, ma ciò di cui ogni team professionale ha bisogno per raggiungere gli obiettivi prefissati in modo efficiente e sereno è un leader, cioè una figura che sappia motivare e stimolare le menti dei propri dipendenti, come abbiamo visto poco fa.

A differenza del capo, il leader incoraggia i suoi subordinati, senza limitarsi a impartire ordini o formulare giudizi (spesso non tenendo conto di necessità e aspirazioni personali).

Come acquisire ed esercitare la leadership?

Lo abbiamo accennato all’inizio di questa breve guida alla leadership. La chiave per un’ottima leadership, stimolante e positiva, è la comunicazione, cioè la condivisione di dati e informazioni con i collaboratori, il loro sostegno e la loro fiducia.

Questo stile di comunicazione deve essere diffuso a tutti i livelli, incoraggiando il dialogo e l’ascolto attivo, per comprendere le reazioni, le aspirazioni e le necessità di ciascun collaboratore, e accoglierne anche le lamentele e i suggerimenti.

In questo modo, si diffonde il coinvolgimento strategico e costruttivo, grazie all’opportunità, aperta a tutti, di offrire il proprio contributo e di essere considerati parte integrante e necessaria allo svolgimento di un progetto comune.

Per acquisire leadership con una buona comunicazione è necessario non chiudersi e isolarsi, ma interagire, cercare il dialogo e il confronto, mostrare un’attitudine di apertura e ottimismo con tutti i dipendenti e i collaboratori.

Come si stabilisce una comunicazione efficace e coinvolgente?

Una efficace strategia di comunicazione dovrebbe comprendere la valutazione di ciò di cui i collaboratori hanno bisogno di sapere per essere coinvolti nel processo di sviluppo del progetto e di evoluzione del team.

Ciò è importante soprattutto nel caso in cui fossero presenti differenti sedi operative dislocate sul territorio, o fosse attiva la modalità smart working. Infatti, l’engagement da remoto è una sfida importante per i nuovi leader, per cui risulta ancora più importante sviluppare una buona leadership virtuale.

Vediamo come procedere per esercitare efficacemente la propria leadership

Procediamo per step:

Definizione della strategia

I leader dovrebbero anzitutto pensare alla definizione della strategia, in modo da trasmetterne i valori e le caratteristiche. La preparazione della strategia è un passaggio fondamentale, condizione imprescindibile per raccogliere dubbi e domande del gruppo di lavoro ed essere in grado di fornire tempestivamente delle risposte.

Organizzazione di riunioni

In presenza o da remoto, l’organizzazione di riunioni regolari è molto importante, per aggiornarsi e condividere proposte, richieste, workflow.

Trasparenza e responsabilità d’azione

Saper comunicare in modo chiaro e trasparente l’insorgere di un imprevisto nella buona riuscita di un progetto è segno di maturità e riflessività. Coinvolgere il team nella gestione della crisi è importante, perché i collaboratori e i dipendenti si sentiranno valorizzati e coinvolti nel problem solving.

Non perdersi d’animo

Parte della strategia comunicativa e dell’esercizio della leadership è anche la resilienza. Gettare la spugna non è mai un buon esempio per il team. Anche di fronte alle difficoltà (nessuno ne è immune) è sempre necessario trovare il modo di confrontarsi e capire insieme come superare l’impasse e perseguire con determinazione gli obiettivi aziendali.

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Corsi online per migliorare le tue competenze di leadership

Un ottimo modo per acquisire le doti di leader è la formazione. Se lavori e hai la giornata fitta di impegni, è molto utile seguire corsi a distanza dove vuoi e quando ti fa più comodo.

Infatti, le indicazioni e i suggerimenti di professionisti del settore concorreranno ad arricchire il tuo bagaglio di conoscenze e competenze, contribuendo a renderti un ottimo o un’ottima leader. Su CORSI.it puoi trovare ciò che fa al caso tuo, in particolare i corsi di leadership.

Imparerai tutto ciò che ti occorre per migliorare le tue capacità nell’esercizio della leadership. Inoltre, svilupperai doti di problem solving e capacità di riconoscere i rischi, in modo da ottimizzare le strategie pianificate e le tue abilità personali.

Hai mai sentito parlare della Mindfulness? Si tratta di una pratica in grado di allontanare ansia, stress e depressione, che può aiutarti in molti momenti della tua vita. È un’abilità che si può sviluppare con l’esercizio e che porta numerosi benefici per il benessere sia psicologico che fisico.

Qui imparerai come funziona la mindfulness e cos’è nel dettaglio, quali sono i migliori esercizi per iniziare a praticarla e quali sono i libri e i corsi che possono aiutarti a capirci qualcosa in più. Iniziamo.

Che cos’è e in cosa consiste la mindfulness

La mindfulness, la cui traduzione letterale è “Consapevolezza”, è una pratica che affonda le sue radici nella psicologia e ha come significato quello di mantenere la mente focalizzata sul presente, senza lasciarsi distrarre da pensieri passati o futuri e in modo non giudicante.

Si tratta di una forma di meditazione, che si basa su alcune tecniche di respirazione, rilassamento e osservazione della propria esperienza interna ed esterna.

La mindfulness non è una religione, ma una pratica laica, che può essere integrata in qualsiasi contesto culturale o spirituale. Non ha lo scopo di cambiare la realtà o di sfuggirvi, ma di accettarla e comprenderla meglio e con maggiore consapevolezza.

Mindfulness: benefici per bambini, ragazzi e adulti

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che la mindfulness ha effetti positivi su vari aspetti della salute mentale e fisica. Tra i benefici più evidenti ci sono:

Questa pratica può essere effettuata da persone di ogni età e condizione. In particolare, è stato dimostrato che la mindfulness può essere utile sia per i bambini che per i ragazzi e gli adulti che devono affrontare sfide personali, scolastiche o lavorative.

Ad esempio, la mindfulness si è dimostrata molto efficace per migliorare la vita dei bambini e dei ragazzi a scuola. Permettendogli di imparare a gestire le emozioni negative, sviluppare l’empatia e la cooperazione, migliorare le capacità cognitive e linguistiche, aumentare la fiducia in sé stessi, la motivazione e l’autoregolazione, prevenire i comportamenti a rischio e contrastare il bullismo.

Gli adulti, invece, grazie alla mindfulness, possono ridurre lo stress lavorativo, aumentare la produttività e la soddisfazione e migliorare le relazioni interpersonali e familiari.

Come si fa la mindfulness: esercizi per principianti

Per praticare la mindfulness non sono necessari strumenti particolari o ambienti specifici. Basta dedicare alcuni minuti al giorno al pensiero e alla respirazione. Ci sono diversi esercizi che si possono fare in qualsiasi momento della giornata, anche mentre si svolgono le normali attività quotidiane. Vediamo alcuni esempi di esercizi di mindfulness semplici e adatti anche per i principianti.  

La meditazione seduta

Per effettuare la meditazione seduta bisogna sedersi comodamente su una sedia o un cuscino, con la schiena dritta e gli occhi chiusi o semiaperti, e iniziare a respirare profondamente e lentamente, concentrandosi sul flusso dell’aria che entra ed esce dalle narici. Bisogna osservare i pensieri che passano nella mente, senza seguirli o respingerli, ma lasciandoli andare come nuvole nel cielo e continuare così per un tempo variabile dai 5 ai 20 minuti.

La scansione corporea

Per effettuare la scansione corporea è necessario sdraiarsi su un letto o un tappetino, con le braccia lungo i fianchi e le gambe distese. Bisogna iniziare a respirare profondamente e lentamente, portando l’attenzione su ogni parte del corpo, partendo dai piedi e salendo fino alla testa e percepire le sensazioni fisiche che si provano in ogni zona, come il calore, il freddo, il peso, il contatto, il dolore, il piacere. Queste sensazioni vanno accolte senza giudicarle o modificarle, ma semplicemente riconoscendole. Il tempo da dedicare a questo esercizio varia dai 10 ai 30 minuti.

La camminata consapevole

Per praticare la camminata consapevole bisogna iniziare a camminare lentamente in un luogo tranquillo e sicuro, con gli occhi aperti e la mente presente. Respirando profondamente e lentamente, sincronizzando il respiro con i passi e osservando i movimenti del corpo, le sensazioni dei piedi che toccano il suolo, la postura e l’equilibrio. È importante anche prestare attenzione agli stimoli esterni, come i suoni, i colori, gli odori, le forme. Il tempo da dedicare a questo esercizio varia dai 10 ai 30 minuti.

Come puoi notare, gli esercizi di mindfulness sono esercizi psicologici e di meditazione. A tal proposito, per capirci qualcosa in più, potresti trovare utile sapere come imparare a fare meditazione e come imparare la psicologia.  

Mindfulness: come funziona e perché

La mindfulness funziona perché favorisce la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di modificare la sua struttura e le sue funzioni in base all’esperienza.

Diversi studi hanno mostrato che la pratica regolare della mindfulness può aumentare la densità e il volume di alcune aree cerebrali legate all’attenzione, alla memoria, all’apprendimento, all’emozione e alla regolazione dello stress.

In particolare, questa pratica sembra rinforzare il cosiddetto “cervello anteriore”, che è responsabile delle funzioni cognitive superiori, come il pensiero razionale, il problem solving e la pianificazione.

Allo stesso tempo, la mindfulness sembra ridurre, invece, l’attività del “cervello posteriore”, che è coinvolto nelle reazioni istintive, impulsive e automatiche, come la paura, l’ansia e l’aggressività.

In questo modo, tale pratica aiuta a creare una maggiore armonia tra le diverse parti del cervello, favorendo una maggiore integrazione e coerenza tra pensiero, emozione e azione, allontanando stress, ansia e depressione.

Mindfulness: corsi online per imparare a farla

Se sei rimasto affascinato della mindfulness e vuoi approfondire l’argomento e imparare a praticarla in modo corretto ed efficace, ci sono diversi libri e corsi online che possono aiutarti a farlo.

Ad esempio, su CORSI.it potrebbe fare al caso tuo il corso sulle Tecniche di Mindfulness per aziende e organizzazioni, con il quale imparerai a ridurre lo stress ed essere più felice e produttivo sul lavoro, a scuola o in qualsiasi altro campo della tua vita.

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Dormire bene è fondamentale per la nostra salute fisica e mentale. Il sonno, infatti, ci permette di rigenerare il corpo e la mente, di consolidare i ricordi, di regolare le funzioni ormonali, di rafforzare le difese immunitarie e di prevenire lo stress e alcune malattie.

Ma come fare a dormire bene senza svegliarsi durante la notte? E come svegliarsi riposati e pieni di energia la mattina? Qui imparerai alcune regole che ti permetteranno di dormire bene in qualsiasi situazione, in treno, in aereo, in tenda e anche in estate con il caldo. Ma prima vediamo perché è così importante dormire bene. Iniziamo.

Perché è importante dormire tutta la notte senza svegliarsi

Quando dormiamo, il nostro cervello passa attraverso diverse fasi del sonno, che si alternano in cicli di circa 90 minuti. Le fasi principali sono il sonno leggero, il sonno profondo e il sonno REM (Rapid Eye Movement). Ogni fase ha una funzione specifica per il nostro benessere:

Per avere un sonno di qualità, è importante completare almeno quattro o cinque cicli di sonno ogni notte. Se ci svegliamo frequentemente durante la notte, interrompiamo i cicli di sonno e riduciamo i benefici del sonno profondo e del sonno REM.

Questo può causare una serie di problematiche come, ad esempio,  difficoltà di concentrazione, stanchezza e sonnolenza, irritabilità, umore depresso e aumento del rischio di sviluppare problemi cardiaci e patologie gravi come l’Alzheimer.

Come dormire bene tutta la notte (anche in estate)

Per evitare di svegliarsi durante la notte, dobbiamo creare le condizioni ottimali per favorire il sonno. Queste condizioni possono essere ricreate in ogni luogo dove decidiamo di dormire e in ogni stagione dell’anno. Vediamo, quindi, quali sono le 10 regole fondamentali per dormire bene.

Le 10 regole fondamentali per dormire bene

  1. Mantieni una routine regolare di sonno, andando a letto e svegliandoti alla stessa ora ogni giorno. In questo modo, darai regolarità al tuo organismo e lo istruirai ad addormentarsi e svegliarsi in modo automatico. 
  2. Crea un ambiente confortevole, silenzioso, buio e fresco nella tua camera da letto o ovunque stai dormendo, così da favorire il sonno e il riposo. 
  3. Evita di usare dispositivi elettronici che emettono luce blu almeno un’ora prima di andare a dormire. Molti studi, infatti, hanno messo in evidenza la correlazione tra l’esposizione alla luce blu prima di addormentarsi e l’insonnia
  4. Svolgi attività rilassanti prima di coricarti, come leggere, ascoltare musica, meditare o fare esercizi di respirazione. A tal proposito, potresti trovare utile sapere come imparare a fare meditazione.
  5. Evita di consumare caffeina, alcool, nicotina o pasti pesanti nelle ore serali. Così facendo, avrai un sonno migliore ed eviterai di svegliarti durante la notte e di avere incubi. 
  6. Fai attività fisica regolare durante il giorno, ma non troppo vicino all’ora di andare a letto. L’attività fisica, infatti, può aiutarti a combattere l’insonnia, a patto che non la pratichi poco prima di dormire. 
  7. Esponiti alla luce naturale durante il giorno, soprattutto al mattino, per sincronizzare il tuo ritmo circadiano.
  8. Limita i pisolini durante il giorno, o fai solo brevi sonnellini di 20 minuti al massimo nel primo pomeriggio. In questo modo, non intaccherai il tuo riposo notturno. 
  9. Evita di guardare l’orologio se ti svegli durante la notte, e cerca di rilassarti senza pensare alle preoccupazioni del giorno dopo. Guardare l’ora o contare le ore di sonno che ti restano potrà solo metterti ulteriore agitazione e ritardare il momento in cui prenderai sonno. 
  10. Consulta un medico se soffri di insonnia cronica o di disturbi del sonno come apnee, narcolessia o sindrome delle gambe senza riposo. Alcune patologie, infatti, hanno bisogno di essere risolte dagli esperti del settore. 

Se tutto questo non dovesse bastare, eccoti 5 consigli (+ 1 extra) che ti permetteranno di avere un buon sonno ristoratore e di svegliarti riposato e pieno di energie.

5 consigli  (+ 1 extra) per svegliarsi riposati e dormire bene

  1. Usa una sveglia che emette luce naturale o suoni graditi, che ti aiutino a svegliarti in modo graduale e delicato.
  2. Bevi un bicchiere d’acqua appena sveglio, per idratare il corpo e attivare il metabolismo.
  3. Fai qualche esercizio di stretching o yoga, per allungare i muscoli e migliorare la circolazione sanguigna. A tal proposito, potrebbe tornarti molto utile sapere come imparare a fare yoga.
  4. Fai una colazione equilibrata e nutriente, che includa frutta, cereali integrali, proteine e grassi sani, in modo da dare al tuo corpo il carburante necessario per affrontare la mattinata. 
  5. Pianifica le tue attività della giornata, stabilendo le priorità e gli obiettivi da raggiungere.

Oltre a questi consigli, ricorda che per svegliarti riposato devi cercare di dormire il giusto. Quando le classiche 7-8 ore di sonno non sono possibili, ricorda sempre che la durata del ciclo del sonno è di 90 minuti. Difatti, è molto più importante non interromperla piuttosto che dormire 30 minuti in più.

Dunque, se per cause di forza maggiore una notte puoi dormire massimo 6 ore e mezzo, meglio dormirne solo 6. In questo modo, completerai 4 cicli di sonno e, pur dormendo meno, ti sveglierai più riposato.

Svegliarsi nel mezzo di un ciclo del sonno non completo, invece, ti farà sentire più stanco e meno riposato.

Come imparare a dormire bene con i corsi online

Se vuoi approfondire il tema del sonno e imparare a dormire bene con l’aiuto di esperti qualificati, puoi seguire dei corsi online dedicati all’argomento. Questi corsi ti offrono lezioni teoriche e pratiche su vari aspetti del sonno, come i fattori che influenzano la qualità del sonno, le strategie per migliorare il sonno e le tecniche e i rimedi naturali contro l’insonnia.

I corsi online, rispetto ai corsi in presenza, hanno il vantaggio di essere flessibili e facilmente accessibili, in quanto puoi seguire le lezioni quando vuoi e dove vuoi, usando il tuo computer o il tuo smartphone.

Online ci sono molte piattaforme che ti offrono corsi su questo argomento, ad esempio, su CORSI.it, è presente un corso che potrebbe proprio fare al caso tuo, si tratta di Scienza del sonno per la performance: dormire bene e svegliarsi pieni di energia, con il quale scoprirai tutte le abitudini e le tecniche che ti permetteranno di dormire sempre bene e svegliarti riposato, anche quando sei sotto stress o nervoso.

Inizia subito il corso Scienza del sonno per la performance per dormire bene e svegliarsi pieni di energie

Se, invece, non riesci a svegliarti presto la mattina, il corso che fa al caso tuo è Come svegliarsi presto la mattina (insegnato da uno Psicologo che si svegliava tardi), grazie al quale scoprirai quali sono le tecniche che ti permetteranno di svegliarti più facilmente al mattino e portare a casa tutti gli obiettivi giornalieri che ti sei prefissato.

Inizia subito il corso su Come svegliarsi presto la mattina (insegnato da uno Psicologo che si svegliava tardi)

Dormire bene è fondamentale per la nostra salute fisica e mentale, ma a volte ci troviamo a fare i conti con l’insonnia che ci impedisce di addormentarci in fretta e di riposare a sufficienza. In questi casi, come possiamo fare per dormire più velocemente?

Qui imparerai quali sono le cause e le conseguenze dell’insonnia, come fare per combatterla e quali sono le tecniche e i rimedi naturali più efficaci per dormire velocemente e addormentarsi in fretta. Iniziamo.

Perché non riesco a dormire? ecco le cause dell’insonnia

L’insonnia è un disturbo del sonno che si manifesta con difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti durante la notte, sonno non ristoratore e stanchezza al mattino. Le cause dell’insonnia possono essere molteplici e dipendono da fattori individuali, ambientali, psicologici e fisiologici. Tra le cause più comuni ci sono:

Cosa succede se non dormiamo abbastanza?

Dormire poco o male ha delle ripercussioni negative sulla nostra salute e sul nostro benessere. Alcune delle conseguenze più frequenti sono:

Come fare per dormire subito? 5 tecniche efficaci

Se soffri di insonnia occasionale o transitoria, puoi provare alcune tecniche per facilitare il rilassamento e favorire il sonno. Vediamo quali sono le più efficaci.

La tecnica del 478

Si tratta di un esercizio di respirazione profonda che aiuta a calmare la mente e il corpo. Questa tecnica stimola il nervo vago, che regola il sistema parasimpatico, responsabile della risposta di riposo e digestione.

Come si fa il 478? Ti basterà inspirare per 4 secondi, trattenere il respiro per 7 secondi ed espirare per 8 secondi, ripetendo il ciclo per 4 volte. Grazie a questa tecnica è possibile prendere sonno in soli 60 secondi.

La tecnica dei marines

È un metodo usato dai soldati americani per addormentarsi in qualsiasi situazione in soli due minuti.

Come addormentarsi in 2 minuti con la tecnica dei marines? Sarà sufficiente rilassare i muscoli del viso, poi quelli delle spalle, delle braccia, del torace, dell’addome, delle gambe e dei piedi. Poi dovrai svuotare la mente da ogni pensiero e immaginare una scena tranquilla e piacevole, come una spiaggia, un prato o una foresta. Se ciò non funziona, dovrai ripetere mentalmente il mantra “non pensare” per 10 secondi.

La tecnica dell’immaginazione guidata

Questa tecnica aiuta a calmare le emozioni negative e a stimolare il sistema nervoso parasimpatico, che favorisce il sonno. Se fatta bene permette di addormentarsi in meno di 30 secondi.

Come usare la tecnica dell’immaginazione guidata per addormentarsi in 30 secondi? Ti basterà creare nella tua mente delle immagini positive e rilassanti, come un luogo tranquillo, una situazione piacevole o una persona cara e allontanare i pensieri da altro.

L’aromaterapia

Alcuni oli essenziali favoriscono il sonno, come la lavanda, la camomilla, il bergamotto e il sandalo. Inalare questi profumi può rilassare la mente e regolare gli ormoni del sonno, aiutandoti a dormire nell’arco di 10 minuti.

L’ascolto di musica, asmr o audiolibri

La musica, alcuni suoni e le voci rilassanti, hanno un effetto benefico sul nostro stato d’animo e sul nostro sonno e possono essere un grande aiuto per dormire velocemente. È importante, però, scegliere suoni bassi e ritmi lenti, che possano cullare la nostra mente e accompagnarci verso il sonno.

Rimedi naturali per dormire subito

Alcuni rimedi naturali, come la melatonina o il magnesio, possono essere molto utili per addormentarsi quando non si ha sonno. Entrambe queste molecole, infatti, hanno un ruolo molto importante nella regolazione del ciclo sonno-veglia. Possono quindi essere molto d’aiuto quando, per motivi di lavoro, si ha un’alterazione del ritmo circadiano.

Il magnesio e la melatonina possono essere assunti sia sottoforma di integratori, sia sottoforma di alimenti che li contengono o ne favoriscono la produzione, questi sono: le banane, le mandorle, le noci, i pistacchi, il mais, le ciliegie, le prugne, l’uva, i legumi e le verdure a foglia verde.

Corsi online per imparare a dormire velocemente

Se le tecniche sopra descritte non sono sufficienti a risolvere il tuo problema di insonnia o non sai bene come applicarle nel modo giusto, ci sono alcuni corsi online che possono insegnarti a dormire meglio e addormentarti più in fretta.

Su CORSI.it, ad esempio, puoi trovare il corso Scienza del sonno per la performance: dormire bene e svegliarsi pieni di energia, grazie al quale scoprirai quali abitudini adottare per liberarti dall’insonnia definitivamente e cominciare a dormire bene e a svegliarti riposato.

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Hai problemi a svegliarti presto al mattino e ad essere produttivo? Allora fa per te il corso su Come svegliarsi presto la mattina (insegnato da uno Psicologo che si svegliava tardi), con il quale imparerai come alzarti presto dal letto e dare il massimo senza affaticarti né stressarti.

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Tutti vorremmo raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati nella vita. Tuttavia, spesso ci troviamo di fronte a sfide che sembrano insormontabili, a ostacoli che ci fanno perdere la fiducia in noi stessi e a situazioni che ci fanno dubitare delle nostre capacità.

In questi casi, come bisogna fare per riuscire a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, anche quando sembrano impossibili? Qui scoprirai la risposta a questa domanda e imparerai anche perché è importante avere degli obiettivi nella vita e come restare concentrati su di essi, per non perdere il focus e trasformare i tuoi sogni in realtà. Iniziamo.

Perché è importante avere degli obiettivi nella vita

Avere degli obiettivi nella vita significa avere una visione chiara di ciò che vuoi ottenere, di ciò che ti appassiona e di ciò che ti rende felice. Gli obiettivi sono la bussola che ti guida verso la tua destinazione, sono il carburante che ti dà l’energia per andare avanti e sono il metro di misura che ti permette di valutare i tuoi progressi e i tuoi risultati. Dunque, porsi degli obiettivi nella vita è la chiave per essere felici.

L’avere un obiettivo (o anche più di uno) nella propria vita, infatti, ha una serie di benefici sulla nostra psiche:

Tuttavia, spesso siamo portati a lasciarci abbattere dagli eventi e a perdere il focus su ciò che vogliamo ottenere. Vediamo come fare per evitarlo e rimanere concentrati sul nostro obiettivo.

Come rimanere concentrati su un obiettivo

Avere degli obiettivi nella vita è importante, ma non basta. Per raggiungerli, devi essere in grado di rimanere concentrato su di essi, senza lasciarti distrarre da fattori esterni o interni che possono deviare la tua attenzione o ridurre la tua determinazione. Ecco alcuni suggerimenti per mantenere alta la concentrazione sul tuo obiettivo:

Come raggiungere un obiettivo in 7 semplici passi

Rimanere concentrati su un obiettivo è essenziale, ma non sufficiente. Per raggiungere un obiettivo, dovrai seguire una strategia efficace che ti guidi verso il successo. Vediamo come fare.

STEP 1: Definisci l’obiettivo in modo SMART

In questo caso, SMART sta per specifico, Misurabile, Ambizioso, Realistico e Temporizzato. Così facendo, potrai avere una visione chiara e precisa di ciò che vuoi ottenere, di come lo vuoi ottenere e di quando lo vuoi ottenere.

STEP 2: Analizza la situazione attuale

Dove sei ora rispetto al tuo obiettivo? Quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza? Quali sono le opportunità e le minacce che ti circondano? Rispondendo a queste domande sarai in grado di fare un bilancio della tua condizione iniziale e identificare i fattori che possono aiutarti o ostacolarti nel raggiungimento del tuo obiettivo.

STEP 3: Identifica le risorse necessarie

Di cosa hai bisogno per raggiungere il tuo obiettivo? competenze, strumenti, informazioni, persone o finanziamenti? In questo modo, potrai  procurarti tutto ciò che ti servirà per realizzare il tuo obiettivo e prevenire eventuali carenze o difficoltà. Se hai bisogno di imparare cose nuove per raggiungere il tuo obiettivo potrebbe tornarti utile sapere come apprendere velocemente.

STEP 4: Pianifica le azioni da compiere

Quali sono i passi che devi compiere necessariamente per raggiungere il tuo obiettivo e in che ordine devi procedere? Così facendo, potrai definire un piano d’azione dettagliato e sequenziale che ti indichi esattamente cosa fare, come fare e quando farlo.

STEP 5: Esegui le azioni pianificate

Quando avrai tutto ciò che ti serve e saprai cosa fare, dovrai mettere in pratica il tuo piano d’azione, trasformando le tue intenzioni in azioni concrete che possano avvicinarti sempre di più al tuo obiettivo.

STEP 6: Monitora i risultati

Dovrai chiederti periodicamente a che punto sei nel raggiungere il tuo obiettivo, quali risultati intermedi sei riuscito a raggiungere e se stai riuscendo a rispettare le scadenze. In modo tale da verificare se il piano d’azione sta funzionando o se necessita di essere modificato.

STEP 7: Non arrenderti a causa dei fallimenti

I fallimenti fanno parte del processo di apprendimento, ma purtroppo potrebbero minare la tua autostima e la tua fiducia in te stesso, specie se già vacillante. Per questo motivo è importante cominciare a realizzare un obiettivo solo quando credi davvero in te e sei cosciente del tuo valore e delle tue competenze. A tal proposito potrebbe tornarti utile sapere come aumentare l’autostima.

Corsi online per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi

Se vuoi imparare delle tecniche efficaci che possono aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi, anche se sono molto ambiziosi, ti consigliamo di seguire degli appositi corsi online. Ad esempio, su CORSI.it puoi trovare il corso su Come raggiungere obiettivi “quasi” impossibili, a cura di Alex Bellini, esploratore e mental coach che nella sua vita ha raggiunto traguardi che molti avevano definito impossibili.

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Non riesci a restare concentrato sui tuoi obiettivi? Potresti solo aver bisogno del giusto mindset. In questo caso, fa per te il corso Mentalità Vincente: il vero segreto dei #1 per raggiungere il successo, grazie al quale imparerai quali sono i metodi scientifici per orientare la tua mente al successo e raggiungere tutti gli obiettivi che ti sei prefissato senza perdere il focus e la motivazione.

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Le soddisfazioni tardano ad arrivare e ti senti frustrato e scoraggiato? Il corso perfetto per te allora è Come dominare la legge dell’attrazione, tenuto dalla psicologa, formatrice e educatrice Myriam Lopa. 

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La produttività è una delle parole chiave del nostro tempo. Viviamo in un’epoca in cui siamo sempre più esposti a stimoli, informazioni, opportunità, ma anche a stress, competizione e distrazioni.

Gestire al meglio il tuo tempo, le tue energie e le tue risorse, senza sacrificare il tuo benessere psicofisico può rivelarsi un’impresa molto ardua. Ma non preoccuparti, oggi imparerai come smettere di procrastinare e sviluppare una routine e dei metodi per essere più produttivi, e come aumentare la produttività nei diversi ambiti della tua vita. Iniziamo.

Perché tendiamo a procrastinare e come smettere di farlo

La procrastinazione è il nemico numero uno della produttività. Si tratta di rimandare continuamente le attività che dobbiamo o vogliamo fare, preferendo fare altro o niente. La procrastinazione ci fa sentire in colpa, frustrati e insoddisfatti. Ma perché tendiamo a procrastinare? Quali sono le cause di questo comportamento?

Secondo gli esperti, ci sono diversi fattori che possono spingerci a procrastinare, tra cui: 

Dunque, per evitare di procrastinare dobbiamo contrastare questi fattori attraverso alcune azioni pratiche. Ad esempio:

Come aumentare la produttività personale: 4 consigli utili

La produttività personale è la capacità di fare le cose nel modo giusto, cioè in modo efficace ed efficiente, raggiungendo i propri obiettivi con il minimo sforzo e il massimo risultato. Ma come si fa ad aumentare la propria produttività personale? Ecco quattro consigli preziosi:

1. Sviluppa abitudini positive

Le abitudini sono azioni che ripetiamo automaticamente e che influenzano il nostro modo di pensare e di agire. Se vuoi essere più produttivo, devi creare abitudini che ti aiutino a migliorare la tua salute, il tuo umore, la tua energia e la tua creatività, come imparare a fare meditazione, mangiare bene, dormire il giusto e fare esercizio fisico moderato.

2. Usa la tecnica del pomodoro

La tecnica del pomodoro è un metodo di gestione del tempo che consiste nel suddividere il lavoro in intervalli di 25 minuti, separati da pause di 5 minuti. Ogni intervallo di lavoro è chiamato pomodoro, dopo quattro pomodori si fa una pausa più lunga di 15-30 minuti. Questa tecnica ti aiuta a mantenere alta la concentrazione, a evitare la stanchezza e a misurare i progressi.

3. Impara a delegare o a dire di no

Non puoi fare tutto da solo, né accettare ogni richiesta che ti viene fatta. Se vuoi essere più produttivo, devi imparare a delegare le attività che non sono essenziali o che possono essere fatte meglio da qualcun altro. Devi anche imparare a dire di no alle richieste che non sono in linea con i tuoi obiettivi o che ti distraggono dalle tue priorità.

4. Sfrutta il tuo ritmo circadiano

Il ritmo circadiano è il ciclo biologico che regola il nostro organismo in base alla luce e al buio. Ogni persona ha un ritmo circadiano diverso, che determina i momenti della giornata in cui è più o meno attiva, creativa, concentrata. Se vuoi essere più produttivo, devi capire e sfruttare il tuo ritmo circadiano, cioè fare le attività più importanti o impegnative quando sei al massimo delle tue capacità, e quelle più semplici o routinarie quando sei meno energico.

Come essere più produttivi nello studio: 4 step da seguire

Lo studio è una delle attività più importanti per la nostra crescita personale e professionale. Tuttavia, spesso può diventare noioso, difficile o stressante. Eccoti, dunque, quattro step da seguire per aumentare la tua produttività nello studio, sia a scuola che all’università.

1. Scegli un luogo appropriato per studiare

Il luogo dove studi deve essere silenzioso, confortevole e ben illuminato. Deve anche essere privo di distrazioni, come la tv, i giochi e le persone. Se puoi, scegli un luogo dove ti senti a tuo agio e dove hai tutto il materiale di cui hai bisogno. Evita, però, di studiare nella camera da letto in cui dormi, il tuo cervello potrebbe associare quel posto al “luogo di lavoro” e crearti problemi di insonnia.

2. Crea un programma per le tue sessioni di studio

Studiare senza una pianificazione può portarti a perdere tempo o a saltare da un argomento all’altro senza una logica. Per essere più produttivi nello studio, devi creare un programma dove stabilisci quali sono gli argomenti da studiare, quanto tempo dedicare ad ognuno e quali sono le scadenze da rispettare.

3. Usa tecniche di memoria e apprendimento rapido

Per studiare in modo efficace, non basta leggere e ripetere il materiale. Devi sapere anche come imparare a studiare velocemente. Esistono, infatti,  tecniche che ti aiutano a memorizzare e a capire le informazioni in modo duraturo, veloce e profondo. Queste sono, ad esempio, fare schemi, mappe mentali o usare associazioni, immagini e storie per ricordare e memorizzare i concetti.

4. Studia in gruppo

Studiare da soli può essere utile per approfondire gli argomenti e per verificare le proprie conoscenze. Tuttavia, studiare in gruppo può essere molto vantaggioso per aumentare la produttività nello studio. Infatti, studiare con altri ti permette di confrontarti, di chiarire i dubbi, di ricevere spiegazioni o suggerimenti, di motivarti e di divertirti.

Come essere più produttivi al lavoro: 3 consigli per performare

Il lavoro, come lo studio, è una delle attività più importanti per la nostra realizzazione personale e professionale. Ma spesso può diventare stressante e frustrante. Come possiamo, allora, aumentare la nostra produttività al lavoro? Eccoti alcuni consigli.

1. Definisci i tuoi obiettivi e le tue priorità

Per essere più produttivo al lavoro, devi avere una visione chiara di quello che vuoi ottenere, di quello che si aspettano i tuoi capi o i tuoi clienti e di quello che ti appassiona. Scrivi i tuoi obiettivi a breve, medio e lungo termine, e stabilisci quali sono le attività più importanti o urgenti da fare per raggiungerli.

2. Pianifica il tuo tempo e le tue risorse

Per essere più produttivi al lavoro, devi organizzare il tuo tempo. Usa un calendario, una agenda o un’applicazione per gestire le tue scadenze, i tuoi appuntamenti, i tuoi impegni. Assegna a ogni attività una durata e una difficoltà, e cerca di rispettare il tuo piano. Inoltre, usa le tue risorse in modo ottimale, cioè sfrutta le tue competenze, i tuoi strumenti, i tuoi collaboratori.

3. Fai una cosa alla volta e concentrati solo su quella

Per essere più produttivi al lavoro, devi evitare il multitasking, cioè fare più cose contemporaneamente. Il multitasking ti fa perdere tempo, qualità e attenzione. Fai una cosa alla volta e concentrati su di essa fino a portarla a termine. Se hai troppe cose da fare, usa la regola del 80/20, cioè focalizzati sul 20% delle attività che producono l’80% dei risultati. Ricordati anche di fare delle pause regolari per schiarirti le idee e riposare la mente.

Corsi online per aumentare la produttività

Se vuoi approfondire il tema della produttività e imparare nuove tecniche e strategie per migliorare la tua performance personale, professionale o accademica, puoi seguire dei corsi online dedicati a questo argomento.

I corsi online sono un modo comodo ed economico per acquisire nuove conoscenze e competenze, senza dover uscire di casa o spendere troppo. Su CORSI.it, ad esempio, puoi trovare quello che fa al caso tuo, come il corso Miracle Flow: produttività +500% con gli stati di flusso e ultra concentrazione, con il quale imparerai le leve principali per migliorare la produttività spiegate da uno psicologo, psicoterapeuta e ipnotista.

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Vuoi migliorare la tua produttività nello studio? Per te c’è il corso Memoria, Lettura Veloce e Metodo di Studio: Ultra Fast Learning System, con il quale imparerai le migliori tecniche di lettura e memorizzazione veloce, che ti permetteranno di studiare meno ma meglio.

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Ti sei mai chiesto cosa pensano davvero le persone con cui parli? Ti piacerebbe scoprire se ti stanno dicendo la verità o se nascondono qualcosa? Se la risposta è sì, allora devi conoscere il segreto delle microespressioni facciali. Imparare a riconoscere e decifrare le microespressioni ti permetterà, infatti, di capire cosa provano davvero le persone che hai intorno e con cui stai parlando, migliorando la tua comunicazione non verbale, la tua empatia e la tua persuasione. Qui scoprirai cosa sono le microespressioni facciali, come riconoscerle e perché possono essere una risorsa preziosa nella tua vita lavorativa, personale e sentimentale. Iniziamo.

Cosa sono le microespressioni facciali?

Le microespressioni facciali sono brevissime espressioni del viso che durano da un quindicesimo a un venticinquesimo di secondo e che rivelano le emozioni nascoste o represse di una persona. Sono involontarie, cioè non possono essere controllate o simulate consapevolmente, e universali, cioè uguali in tutte le culture e le popolazioni umane. Le microespressioni sono state scoperte negli anni ’60 dai ricercatori Haggard e Isaacs, che le osservarono in dei filmati di psicoterapia (a tal proposito potrebbe tornarti utile anche capire come imparare la psicologia delle persone e decifrarle). Successivamente, sono state oggetto di studio approfondito da parte del famoso psicologo Paul Ekman, e dell’esperto di mimica facciale Wallace V. Friesen, che dimostrarono l’esistenza e l’importanza delle microespressioni facciali in vari contesti, come la rilevazione della menzogna, la comunicazione interpersonale, la sicurezza e la giustizia.

Quante e quali sono le espressioni del viso secondo Ekman?

Secondo Ekman e Friesen, esistono sette emozioni di base che si manifestano con delle espressioni facciali specifiche e riconoscibili: gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto, sorpresa e disprezzo. Queste emozioni sono innate e correlate a dei processi biologici che attivano dei muscoli del viso in modo coordinato e rapido.Ekman e Friesen hanno sviluppato un sistema di codifica delle espressioni facciali chiamato FACS (Facial Action Coding System), che permette di identificare e classificare i movimenti dei 43 muscoli facciali coinvolti nelle espressioni emotive.Ogni movimento muscolare è chiamato Unità di Azione (AU) e può essere combinato con altri per formare delle Configurazioni di Azione (AC), che rappresentano le diverse emozioni. Ad esempio, la gioia è codificata come AC6+12, che significa che sono attivi i muscoli che sollevano gli angoli della bocca (AU12) e quelli che stringono gli occhi (AU6).Le microespressioni sono delle versioni ridotte e veloci delle espressioni di base, che appaiono quando una persona cerca di nascondere o sopprimere un’emozione. Per riconoscerle, bisogna prestare attenzione ai cambiamenti improvvisi e fugaci nel viso dell’interlocutore, soprattutto nella zona degli occhi e della bocca.

Perché è importante riconoscere le microespressioni facciali?

Riconoscere le microespressioni facciali può essere molto utile per capire cosa provano e pensano davvero le persone con cui interagiamo e per smascherare eventuali bugie. Infatti, queste ci danno informazioni preziose sulle emozioni autentiche e inconsce degli altri, che spesso non corrispondono a ciò che dicono o mostrano con le espressioni volontarie.Questo può aiutarci a migliorare la nostra comunicazione non verbale, a creare rapporto e fiducia con gli altri, a prevenire o risolvere conflitti, a negoziare con successo, a persuadere o influenzare gli altri, a valutare la credibilità o l’affidabilità di una persona e a comprendere meglio noi stessi e le nostre reazioni emotive.Imparare a decifrare le microespressioni facciali può, quindi, tornare utile in diversi ambiti della vita, come in amore, sul lavoro, nei rapporti di amicizia e in famiglia.

Come riconoscere le microespressioni facciali: 3 step per iniziare

Riconoscere le microespressioni facciali non è facile, ma si può imparare con la pratica e l’allenamento. Ci sono alcuni passaggi da seguire per migliorare la nostra capacità di leggere il volto altrui, ecco quali sono.

1. Imparare le espressioni di base

Il primo passo per riconoscere le microespressioni facciali è conoscere le sette emozioni di base e le relative espressioni facciali, usando il sistema FACS di Ekman o altri metodi simili. Bisogna memorizzare i movimenti muscolari che caratterizzano ogni emozione e saperli riconoscere sul viso di una persona.

2. Osservare attentamente il viso

Il secondo passo è prestare attenzione al viso dell’interlocutore, cercando di cogliere i cambiamenti rapidi e sottili che si verificano durante una conversazione. Bisogna focalizzarsi soprattutto sugli occhi e sulla bocca, che sono le zone più espressive e meno controllabili del viso. Inoltre, bisogna tenere conto del contesto, del tono di voce, del linguaggio del corpo e delle parole usate dalla persona, per avere una visione più completa e coerente della situazione.

3. Interpretare le microespressioni

Il terzo passo è interpretare le microespressioni che si osservano, confrontandole con le espressioni di base e cercando di capire quale emozione stanno comunicando. Bisogna essere cauti e non saltare a conclusioni affrettate, ma verificare le nostre ipotesi con altre fonti di informazione o con domande aperte. Inoltre, bisogna essere consapevoli dei nostri pregiudizi e delle nostre aspettative, che possono influenzare la nostra percezione e la nostra interpretazione delle microespressioni. Se vuoi capire se sai o meno riconoscere le microespressioni facciali ci sono diversi test che puoi trovare online, come quello presente su psicologi-psicoterapeuti.it.

Corsi online per riconoscere le microespressioni facciali

Se vuoi approfondire il tema delle microespressioni facciali e imparare a riconoscerle e decifrarle in modo corretto, potresti optare per un corso online, che puoi seguire anche se hai poco tempo a disposizione, quando e dove vuoi.Ad esempio, su CORSI.it potresti trovare quello che fa al caso tuo, come il corso Come scoprire le bugie osservando le microespressioni (insegnato dal docente di psicologia della Polizia di Stato), nel quale imparerai come capire se il tuo partner, i tuoi figli, i tuoi colleghi o i tuoi amici ti stanno mentendo.

Inizia subito il corso su come scoprire le bugie osservando le microespressioni

 

Vuoi imparare il metodo FACS e leggere le emozioni vere delle persone sul loro viso? Fa al caso tuoLinguaggio del Corpo: il corso Fondamentale, con il quale imparerai a decifrare le emozioni delle persone non solo osservando il loro viso, ma anche il resto del corpo.

Inizia subito Linguaggio del corpo: il corso fondamentale

 

Sei un venditore o un imprenditoree vuoi sapere qual è il vero pensiero degli altri durante le trattative, influenzare le loro scelte e aumentare i profitti? Allora il corso che fa per te è Linguaggio del corpo per imprenditori e venditori. Con questo corso imparerai come risultare subito degno di fiducia da parte dei clienti e come leggere i segnali di tensione, approvazione e rifiuto dell’interlocutore e sfruttarli a tuo favore.

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Il mental coaching è una professione sempre più richiesta e apprezzata in diversi ambiti, dallo sport al business, dalla salute alla crescita personale. Ma come si fa a diventare un mental coach sportivo o di vita qualificato e competente? Quali sono le caratteristiche, le opportunità e i requisiti di questa figura professionale?

Qui scoprirai che cos’è, cosa fa esattamente e quanto guadagna il mental coach. Scoprirai, inoltre, chi può fare il mental coach e come diventarlo. Iniziamo.

Che cos’è e cosa fa il mental coach

Il mental coach è un professionista che si occupa di aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi, migliorando le proprie capacità mentali ed emotive.

Non si tratta di un terapeuta o uno psicologo, ma di un consulente che offre strumenti e strategie pratiche per potenziare le risorse interne di chi si rivolge a lui.

Per capirci meglio, alcuni esempi di mental coach famosi sono Roberto Re, Daniele Popolizio, Tony Robbins e Tracy Ward.

Le tecniche utilizzate dal mental coach

Il mental coach utilizza diverse tecniche e metodologie per aiutare i propri clienti, tra cui:

Quanto guadagna in media un mental coach?

Il guadagno di un mental coach dipende da diversi fattori, tra cui: 

Non esiste, quindi, una tariffa standard per il mental coaching. Tuttavia, si può fare una stima approssimativa basandosi sui dati disponibili online. Secondo il sito Comparably, il salario medio annuo di un mental coach negli Stati Uniti è di circa 46.000 dollari, mentre secondo il sito Jooble, il salario medio annuo di un mental coach in Italia è di circa 31.000 euro. Questi dati possono variare in base alla zona geografica e al campione considerato.

In generale, si può dire che un mental coach può guadagnare da un minimo di 20 euro a un massimo di 250 euro all’ora, a seconda della sua professionalità e della sua domanda.

Come si diventa mental coach?

Per diventare mental coach non esiste un percorso obbligatorio o una laurea specifica, ma è necessario seguire una formazione adeguata e aggiornata, che consenta di acquisire le competenze teoriche e pratiche richieste da questa professione.

In Italia, il mental coaching non è una professione regolamentata, ma esistono diverse associazioni e scuole che offrono corsi e certificazioni riconosciute a livello nazionale e internazionale.

Oltre alla formazione, per diventare un mental coach apprezzato è importante avere una buona:

Quanto costa un corso per diventare mental coach?

Il costo di un corso per diventare mental coach dipende dal tipo e dalla durata del corso stesso. In generale, i prezzi possono variare dai 500 ai 3000 euro.

Questa forbice di prezzo così ampia varia anche in funzione:

I vantaggi dei corsi online per diventare mental coach

Se vuoi diventare mental coach, ma hai poco tempo o preferisci studiare da casa, una buona soluzione può essere quella di seguire un corso online. Un corso per diventare mental coach con modalità online ha, infatti, diversi vantaggi tra cui:

Corsi online per diventare mental coach: dove trovarli

Su internet si possono trovare molti corsi online sul menral coach e sulle tecniche di mental coaching. Ad esempio, su CORSI.it potresti trovare quello che fa al caso tuo e imparare ciò che più ti appassiona nell’ambito del mental coach e non solo.

Se stai approcciando ora al mental coaching, i corsi che ti consigliamo sono Mental Coaching rapido: crea un’identità vincente, con 15 esercizi e Diventa il mental coach di te stesso. Entrambi tenuti da Flavio Folle, mental coach professionista e uomo di spettacolo.

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Se sei interessato ad alcuni ambiti specifici del mental coaching come la Programmazione Neuro Linguistica (PNL), fa al caso tuo Programmazione Neuro Linguistica (PNL): corso introduttivo per principianti. Con il quale imparerai come comunicare in modo più efficace e cosa sono il ricalco, la guida e altre tecniche utili al coaching.

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Se, invece, ti affascina l’ipnosi applicata al coaching, ti consigliamo di seguire il corso Ipnosi, Magnetismo e Fascinazione: tecniche di regressione e condizionamento per superare l’ansia, la paura e i propri limiti. Con il quale imparerai ad apprendere l’ipnoterapia e l’ipnosi regressiva con tecniche magnetiche e fascinative attraverso esercizi pratici.

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Oppure il corso base di Ipnosi, con il quale imparerai le tecniche fondamentali per ipnotizzare gli altri per lavorare sulle credenze limitanti e indurre al miglioramento personale.

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