L’ambiente professionale e occupazionale è in rapida e continua evoluzione. La ricerca di competenze e risorse da inserire nelle aziende cambia continuamente, richiedendo, ogni anno, nuove skill in linea con le esigenze tecniche ed economiche del periodo storico in cui ci troviamo.

Queste variazioni sono determinate dalle innovazioni tecnologiche, dai cambiamenti culturali e dalle nuove esigenze emergenti, che rendono necessarie nuove figure professionali da inserire nelle aziende. In questo articolo, vedremo quali sono i corsi di formazione professionale più richiesti e come scegliere consapevolmente.

Quali sono le professioni più richieste: cosa dice il World Economic Forum

Il World Economic Forum è uno tra gli enti di maggiore importanza, in tema di evoluzione del mondo del lavoro e dell’occupazione. Ogni anno, il WEF elabora una reportistica riguardo a queste tematiche, fornendo preziose indicazioni sulle competenze necessarie per essere pronti ad affrontare le richieste di un mercato in continua evoluzione.

Secondo quanto emerso da uno dei più recenti report, il 23% dei posti di lavoro cambierà entro il 2027, con 83 milioni di occupazioni che non esisteranno più.

La perdita di posti di lavoro sarà parzialmente compensata dall’introduzione di nuove tecnologie e porterà alla creazione di nuove figure professionali o all’aumento della richiesta di specifiche figure. Ciò significa che molte persone dovranno imparare nuove skill tramite percorsi di formazione mirati.

Tra le skill più richieste troviamo senza dubbio quelle legate al mondo digital, alla programmazione e all’intelligenza artificiale, sempre più richiesta dopo l’introduzione di Chat GPT.

Inoltre, vi sono settori come la sostenibilità ambientale, che richiedono personale formato per rispondere alle sfide legate all’ambiente e alle tematiche ESG.

Nel prossimo paragrafo descriveremo quali sono i lavori più richiesti per il 2024 e gli anni a venire, mettendo in evidenza quali skill sarà utile sviluppare e in quali corsi di formazione ottenere queste skills.

Vediamo quali sono i corsi di formazione professionale più richiesti

Ecco quali sono le professioni che saranno maggiormente richieste nei prossimi anni e i possibili corsi di formazione correlati.

A.I. e machine learning specialist

Il 2023 è stato segnato dall’avvento di Chat GPT e, per questa ragione, dal 2024 in poi si prevede una forte richiesta di professionisti in questo ambito. Tra le branche più importanti dell’IA, troviamo il Machine Learning, fondamentale per ottimizzare le prestazioni industriali.

Le figure professionali che operano in questo settore devono possedere competenze in ambito di analisi dei dati, creazione di algoritmi, modelli statistici previsionali e tecnologie avanzate. Potrebbe esserti molto utile un corso fondamentale di SQL per imparare a ordinare e filtrare grandi quantità di dati con precisione e rapidità.

Business Intelligence Analyst

Gli analisti di Business Intelligence si occupano dell’analisi, interpretazione e rappresentazione di dati aziendali, con l’obiettivo di restituire informazioni importanti per indirizzare le decisioni strategiche dell’azienda stessa.

Potrebbe esserti utile, oltre al corso di SQL, anche un corso su come utilizzare Power BI, uno strumento potente e versatile che ti consentirà di analizzare, visualizzare e presentare dati in modo semplice e intuitivo.

Specialisti in sicurezza informatica

L’importanza dei dati determina la necessità di proteggere questi stessi dati. In questo ambito, diventano fondamentali gli specialisti di sicurezza informatica, figure professionali che si occupano di prevenire e risolvere problemi legati ad attacchi informatici esterni alle reti e agli archivi dei dati.

Oltre a ciò, questi esperti sono in grado di gestire la privacy, sviluppare architetture di sicurezza e piani di risposta agli incidenti. Perciò, sarebbe molto utile seguire un corso di Cybersecurity e apprendere le competenze fondamentali per affrontare e gestire le minacce digitali.

Specialisti in gestione dei dati

Rimanendo sempre nell’ambito della gestione dati, ruoli come data analyst data scientist saranno sempre più richiesti nei prossimi anni. Le due figure in certi casi si sovrappongono, tuttavia presentano alcune differenze.

Infatti, il data analyst analizza e aggrega i dati di cui dispone, trasformandoli in informazioni utili per l’azienda, e possiede competenze in ambito informatico, tecnico e statistico. Invece, il data scientist utilizza i dati elaborati dal data analyst per sviluppare modelli predittivi che il management può sfruttare.

Potrebbe esserti molto utile seguire Digital Analytics: il corso fondamentale. Apprenderai le nozioni fondamentali per fare l’analisi dei dati di siti web e campagne pubblicitarie, indipendentemente dalla piattaforma di analisi che userai.

Altri ruoli professionali richiesti

Ci sono altre figure professionali particolarmente richieste, come per esempio:

Altri corsi di formazione più richiesti: soft skill e creatività

Oltre ai lavori suggeriti dal World Economic Forum, ci sono altre professioni particolarmente richieste e con prospettive di crescita anche nei prossimi anni.

Infatti, non dobbiamo perdere di vista che, in una realtà sempre più automatizzata, anche le soft skills e la creatività stanno diventando importanti. Per esempio, professioni legate al design thinking, alla gestione emozionale e alla leadership empatica sono ricercate per creare ambienti di lavoro accoglienti, collaborativi e gestire il cambiamento in modo efficace.

La capacità di adattarsi, imparare continuamente e risolvere problemi in modo innovativo sono competenze che guideranno il successo professionale nei prossimi anni. Infatti, le nuove professioni richiedono persone in grado di lavorare e pensare in modo flessibile e laterale, adattandosi alle mutevoli esigenze del mercato.

In questo contesto, uno dei corsi di formazione più importanti è il corso su Come aumentare la leadership personale, che consente di acquisire le competenze fondamentali per diventare un buon leader all’interno della propria organizzazione; anche il corso fondamentale di Comunicazione efficace può essere molto utile per interfacciarti nel tuo ambiente professionale.

Altre professioni richieste per i prossimi anni che non sono state inclusi nella lista del WEF sono:

Nel prossimo paragrafo, ti daremo uno spunto prezioso se non sai dove fare corsi online.

Scopri la proposta formativa di CORSI.it

Se hai bisogno di acquisire nuove competenze o migliorare le skill che già possiedi ed essere più spendibile come risorsa sul mercato, puoi guardare le proposte di CORSI.it: troverai i corsi che ti abbiamo proposto nei paragrafi precedenti, e molto, molto altro.

È l’unico sito interamente in italiano e con oltre 500mila iscritti: offre video corsi online, con docenti VIP, ossia figure chiave o ex figure chiave di brand noti in Italia e non solo, oltre a docenti (anche universitari) con comprovata esperienza e titoli autorevoli (medici, psicologi e instructor certificati in discipline tecniche).

Inoltre, Corsi.it è partner dell’università telematica Unimarconi per il Master in Business e Imprenditoria, riconosciuto come Master di primo livello, che ti guiderà nell’acquisizione di tutte le competenze necessarie a fare impresa con consapevolezza, innovare e portare la tua azienda al successo.

Sul nostro sito potrai scegliere da un catalogo con più di 200 corsi a prezzi accessibili, webinar gratuiti e tutto ciò che può migliorare la tua formazione.

L’accessibilità dei costi è per noi importante: infatti, siamo convinti che le competenze che fanno la vera differenza per il successo dovrebbero essere accessibili a tutte le persone, e non destinate a pochi.

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Quali attestati rilasciano i nostri corsi?

Corsi.it rilascia diversi tipi diattestati e certificati:

Adesso sta a te iniziare a capire in che modo fare la differenza sul mercato del lavoro e decidere quindi come formarti per rafforzare le tue competenze e diventare ancora più professionale e capace. Ti aspettiamo!

Arrivare alla soglia dei 40 anni può rappresentare un momento di riflessione per molte persone, soprattutto in termini di carriera. Sei in questa fase della vita e non sai cosa studiare a 40 anni per trovare un lavoro e (ri)metterti in pista? Se anche tu sei tra i cosiddetti late bloomer sappi che, fortunatamente, ci sono diverse possibilità per raggiungere i tuoi obiettivi professionali, come ad esempio i corsi online e le piattaforme e-learning. In questo articolo, esploreremo diverse strategie e opzioni.

Ecco 3 falsi miti da decostruire se cerchi lavoro a 40 anni

Esistono atteggiamenti mentali e paure, consce o inconsce, che possono frenare il desiderio di cambiamento e la voglia di mettersi in gioco a 40 anni. Vediamo di sfatare tre tabù che potrebbero ostacolare il raggiungimento dei tuoi obiettivi:

1. Non posso competere con persone più giovani

Presumere di essere meno produttivi per una questione di età è un errore da non commettere. Infatti, puoi giocarti ottime carte per quanto riguarda il tuo vissuto professionale. Pensa in grande: Steve Jobs è davvero un esempio iconico di successo professionale a 40 anni. Dopo aver lasciato la Apple a 30 anni, ha trascorso i successivi dieci anni esplorando nuove opportunità e acquisendo esperienze e nuove competenze, per poi rientrare a guidare l’azienda con un successo straordinario. È vero, non siamo tutti Steve Jobs, ma chiunque di noi può continuare a migliorarsi e investire su di sé, per rimettersi in gioco.

2. Il mio curriculum vitae sarà sicuramente il meno appetibile

Se ti concentri sui tuoi punti di forza e sulle tue soft skill, il tuo curriculum potrà essere considerato al pari di quello delle altre persone. Un piccolo trucco: sposta la sezione dei dati anagrafici dopo i blocchi di testo che evidenziano le tue competenze trasversali, cioè le cosiddette soft skills, che possono essere, per esempio, la capacità di gestire il tempo, di organizzarti, l’abilità di parlare in pubblico o le tue doti relazionali.

3. Se non ce l’ho fatta fino ad ora, non ce la farò mai

Si può sempre fare un tentativo, quando si pensa di avere la giusta attitudine e quando si sente che la posizione per la quale ci si sta candidando ha caratteristiche che si addicono alle proprie possibilità. L’importante è proporsi nel modo corretto e creare le condizioni migliori per trasformare la ricerca di lavoro in opportunità concreta. In che modo? Migliorando il curriculum, facendo rete e investendo sulla formazione, senza dimenticare le proprie passioni e le specifiche inclinazioni.

Cosa studiare a 40 anni per trovare un lavoro senza titolo di studio

Per le persone over 40 che sono temporaneamente senza lavoro, e che magari non hanno un titolo di studio, può essere utile frequentare un corso di formazione ad alta possibilità di impiego.

Per esempio, ci sono corsi per diventare OSS, necessari per intraprendere la professione dell’Operatore/Operatrice Socio-Sanitario/a. Eventualmente adatti anche per gli over 50, questi corsi affrontano varie tematiche: etica, deontologia, aspetti psico-relazionali, disposizioni in tema di sicurezza e salute, igiene e assistenza sociale.

Molto richiesti sono anche i corsi per diventare pizzaiolo/a o sommelier, per trovare impiego nell’ambito della ristorazione, e anche i corsi per operatori/operatrici fiscali, per acquisire la qualifica di Addetto/a alla compilazione della dichiarazione dei redditi Mod.730.

I corsi di formazione, sia per laureati, sia per chi cerca lavoro senza laurea, rimangono tra i canali più utili per trovare lavoro.

Corsi professionali per trovare lavoro in ambito digitale e informatico

Tra i settori che saranno sempre più ricercati negli anni futuri c’è quello del Digital Marketing e del Web Design: offre numerose opportunità di impiego. Ecco dunque alcuni corsi utili:

L’importanza della formazione professionale

Per trovare lavoro è importante investire sulla risorsa principale che puoi utilizzare nel mercato del lavoro: la formazione professionale.

Infatti, i corsi di specializzazione, anche online, forniscono gli strumenti per delineare il campo di azione della ricerca lavorativa e, soprattutto, qualificano le competenze di chi è in grado di stare al passo con un mercato del lavoro dinamico, flessibile e in continua evoluzione.

La scelta dell’ente formativo è assai importante e non può essere fatta con leggerezza. Ecco quali sono i requisiti cui prestare maggiore attenzione:

Per te la proposta formativa di CORSI.it

Se desideri acquisire nuove competenze o migliorare le skill che già possiedi, puoi prendere in considerazione le proposte di CORSI.it: troverai alcuni dei corsi che ti abbiamo elencato nei paragrafi precedenti, e molte altre proposte per te.

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Cercare lavoro a 40 anni può sembrare una sfida, ma è anche un’opportunità per reinventarsi e perseguire nuovi obiettivi professionali. Con autovalutazione, formazione e flessibilità mentale, è possibile ottenere successo in una nuova fase della propria carriera. Seguendo le strategie e gli esempi forniti in questo articolo, puoi avvicinarti alla tua prossima opportunità professionale con fiducia e determinazione.

Ti interesserebbe lavorare nelle risorse umane? È un’ottima idea: infatti, oggi, il mercato del lavoro è sempre più selettivo e concorrenziale, e le imprese richiedono la disponibilità di risorse umane sempre più qualificate. In questa guida, vedremo insieme come lavorare nelle risorse umane, in che modo specializzarsi e quali competenze acquisire.

Cosa significa “risorse umane” e qual è il valore aziendale?

L’espressione “risorse umane” è utilizzata per indicare il personale che lavora all’interno di un’azienda. Le figure professionali sono un valore prezioso per un’azienda, sono considerate veri e propri investimenti.

Nelle aziende si dà importanza non solo all’aspetto produttivo e carrieristico, ma anche agli aspetti motivazionali, psicologici e alla salute psicofisica dei lavoratori.

Dato che le risorse umane sono un importante investimento economico per l’azienda, è fondamentale che il posto di lavoro sia per loro un luogo confortevole, perché il loro benessere è necessario a un’ottima produttività aziendale.

Vista l’enorme importanza che ricoprono le risorse umane in tutti gli ambienti di lavoro, sia privati sia pubblici, è nata l’esigenza di un addetto alle risorse umane.

Quali competenze deve possedere un HR?

Chi lavora alle risorse umane deve avere una profonda conoscenza del business e degli obiettivi aziendali, per capire già quale tipo di risorsa possa affrontare le sfide attuali e indirizzarla verso il futuro.

Oltre a ciò, chi si occupa di human resources deve avere uno specifico interesse per la comunicazione. Queste competenze si possono acquisire in parte intraprendendo percorsi formativi tecnico/scientifici (in economia, per esempio), ma anche in discipline umanistiche: psicologia, sociologia o ambito giuridico).

Inoltre, aver frequentato un corso online professionalizzante e di approfondimento nel settore delle risorse umane, oppure un master in Management delle Risorse Umane, è caldamente consigliato, come vedremo più avanti, perché questi titoli sono considerati necessari in molti annunci per trovare lavoro.

La vera chiave è la specifica conoscenza dell’ azienda e del settore, e la capacità di avere sempre in mente l’obiettivo principale, cioè la sostenibilità del business nel tempo.

Cosa fa l’addetto/a alle risorse umane?

In generale, questa figura si occupa del personale dell’azienda; effettua la ricerca e la selezione del personale, cioè dei professionisti e delle professioniste che potrebbero aggiungere valore all’azienda con le loro competenze professionali ed emotive.

Inoltre, l’HR si occupa della formazione, della gestione del personale e talvolta degli aspetti amministrativi, come per esempio relazioni sindacali e retribuzione.

Solitamente, le mansioni variano in base alla grandezza dell’azienda. Infatti, in aziende molto grandi, il ruolo dell’addetto alle risorse umane è un ruolo di supervisione.

Invece, la direzione vera e propria del personale in aziende molto grandi è affidata al/alla direttore/direttrice delle risorse umane, che coordina il lavoro del proprio team.

Nelle aziende più piccole il/la responsabile delle risorse umane si occupa diverse mansioni, come per esempio:

Di cosa si occupa, nello specifico, chi lavora nelle human resources

Chi si occupa di HR in un’azienda ricopre un ruolo fondamentale:

Le attività di Employer Branding

Oltre alle funzioni appena viste, oggi la funzione HR ha un ruolo cruciale, insieme al team marketing, nel costruire la reputazione di un’azienda in quanto datrice di lavoro (employer branding): è tutto ciò che può mettere in una luce positiva l’azienda nei confronti dei potenziali candidati.

Cosa significa, nel concreto? Pubblicare post sui social media, comunicare in che modo si investe sulle persone, partecipare a eventi come relatori o sponsor, mantenere i contatti con scuole, università e tutti gli enti rilevanti per la ricerca di nuovi talenti.

Come diventare addetto alle risorse umane: i percorsi formativi 

Non c’è un corso di laurea specifico, ma, come abbiamo visto qualche paragrafo fa, è possibile conseguire una laurea in ambito scientifico o umanistico, seguita preferibilmente da un Master o altro corso di specializzazione alla professionalità.

Per esempio, se prediligi le materie scientifiche e tecniche, puoi accompagnare la laurea in materie STEM (ovvero Science, Technology, Engineering and Mathematics) con una formazione dal taglio più umanistico, come un master in People Management o un corso HR Intensive.

Lo stesso puoi fare se scegli un percorso umanistico (giurisprudenza, sociologia, psicologia, ma anche lingue o filosofia).

Ricorda che frequentare un master è un aspetto rilevante in fase di valutazione curriculare, poiché consente di acquisire le competenze trasversali (soft skill) e gli strumenti pratici per lavorare fin da subito nel settore, tramite un periodo di stage.

Lo stage rappresenta il principale canale di ingresso nel mondo del lavoro, e fase necessaria per chi desidera intraprendere una carriera come HR Manager.

Quali sono i principali sbocchi professionali?

C’è la tendenza a collocare il ruolo dell’esperto/a delle risorse umane principalmente all’interno di un contesto aziendale. Tuttavia, l’azienda non è l’unico sbocco professionale per chi si specializza in questo ambito.

Infatti, vi sono anche opportunità d’inserimento all’interno degli enti in outsourcing, cioè tutte quelle società che affiancano le aziende nei loro processi relativi alle risorse umane, come per esempio:

Ora che hai una panoramica sul percorso da fare per lavorare nelle risorse umane, manca un ultimo, prezioso consiglio: seguire un corso online dedicato, ne parliamo nel prossimo paragrafo.

Corsi di risorse umane online

Per arricchire le tue conoscenze e le tue competenze, ti consigliamo di seguire qualche corso online su CORSI.it: le lezioni di professionisti del settore ti saranno di grande aiuto per formarti e migliorare le tue skills. Puoi seguire le lezioni dove vuoi, quando vuoi e da qualunque dispositivo.

Qui ti proponiamo alcuni corsi di risorse umane online, che trovi nella sezione dedicata al business: imparerai tutti i fondamentali processi che hanno lo scopo di selezionare, assumere e gestire i dipendenti di un’azienda. Una volta conclusi i corsi, sarai in grado di scoprire nuovi talenti e risorse, valorizzare le persone e le loro capacità, influire sulla produttività e sulla stabilità aziendale.

Ti piacerebbe lavorare nell’ambito delle risorse umane e vorresti saperne di più? Se ti chiedi cosa fanno le risorse umane, qui troverai un approfondimento di tuo interesse: dopo aver letto questa guida, potrai cercare lavoro in maniera più mirata nel tuo ambito di interesse (aziendale o altro).

Il successo di un’azienda è fortemente influenzato dalla sua cultura del lavoro, dall’etica professionale e dalle prestazioni dei dipendenti, che richiedono buone pratiche di gestione del personale. Perché tutto funzioni al meglio e sia garantito il benessere dell’azienda e dei dipendenti che ci lavorano, è necessaria la funzione HR.

L’HR svolge un ruolo prezioso nel coltivare solide relazioni tra il datore di lavoro e i dipendenti e nel migliorare la cultura lavorativa. L’obiettivo delle human resources è approntare politiche di lavoro efficaci che favoriscano la soddisfazione dei dipendenti e promuovano un ambiente di lavoro sano.

Chi è e che ruolo ha l’addetto/a alle risorse umane?

Per definizione, lo Human Resource Manager si occupa di tutto ciò che concerne la gestione del personale impiegato in un’azienda o in un’organizzazione.

La figura delle human resources assume perciò un ruolo strategico: è chiamata a cercare, selezionare e reclutare figure professionali (risorse) talentuose da inserire nelle aziende.

Ogni tipologia di azienda, a seconda delle mansioni che affida a chi si occupa delle risorse umane, ricerca talenti, professionalità e attitudini differenti.

In un mercato come quello attuale, complesso, competitivo e molto performativo, lavorare in ambito HR significa prevalentemente:

Nel prossimo paragrafo, vedremo le dieci principali mansioni in ambito HR.

Cosa fanno le risorse umane? Ecco le mansioni principali

In generale, chi lavora nelle risorse umane si occupa della selezione e del reclutamento del personale, ne garantisce un’adeguata gestione, funzionale agli obiettivi strategici dell’azienda; definisce i programmi di sviluppo delle carriere, dei compensi e dei piani di formazione. Inoltre, chi fa HR elabora gli strumenti di valutazione, motivazione ed evoluzione del personale.

Possiamo riassumere in 10 punti cosa fa chi si occupa di HR:

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Qual è l’importanza della figura HR a livello aziendale?

Anzitutto, la figura professionale di HR è chiamata a interfacciarsi con le prime linee aziendali. In questa fase, l’obiettivo è diffondere e promuovere pratiche e modalità di gestione delle persone.

Per un addetto/a alla gestione delle risorse umane, è importante che tutte le persone in azienda, in particolar modo chi occupa posizioni di rilievo, riconoscano l’importanza del suo ruolo multisettoriale, di coordinamento e decisionale.

Quando un’azienda assume un addetto/a alle risorse umane, significa che è in programma o è in atto un percorso di cambiamento. La persona responsabile delle human resource affianca il CEO (Chief Executive Officer) dell’azienda con piani strategici di miglioramento aziendale.

Quindi, possiamo dire che chi svolge mansioni di HR riveste un ruolo chiave in azienda, perché ha il delicato compito di interpretare i valori, la mission e le necessità aziendali, individuando e vagliando le risorse umane che possano fare la differenza e arricchire il valore in azienda.

Quali sono le caratteristiche umane di chi si occupa di HR?

Una persona addetta alle Human Resources deve essere portavoce dei requisiti ricercati nelle risorse selezionate: motivazione, curiosità, ambizione, visione ampia e integrata. Tutto ciò deve essere associato a una buona centratura su sé stessi e da una grande attitudine all’ascolto, all’empatia e al dialogo.

L’importanza dell’attività di coordinamento

Se l’azienda è grande e ben strutturata, l’addetto/a alle risorse umane svolge anche ruoli di coordinamento di figure professionali responsabili di questi incarichi:

Invece, nelle realtà aziendali più piccole, l’addetto/a alla gestione delle risorse umane potrebbe avere necessità del sostegno di consulenti esterni.

Per esempio, in merito al reclutamento del nuovo personale, troviamo l’Head Hunter. Questa figura individua le risorse ritenute più adeguate per l’azienda e le segue nel loro percorso professionale, verificando che le loro qualità siano valorizzate.

Con quali criteri viene selezionato il personale?

Ad oggi, l’obiettivo delle aziende è reclutare persone valide sia dal punto di vista delle conoscenze e della formazione, sia dal punto di vista delle competenze pratiche.

Le risorse umane da assumere devono avere una spiccata capacità di integrarsi in azienda e adattarsi ai vari ranghi aziendali.

In pratica, la versatilità e l’elasticità sono doti richieste. In un mercato così altamente competitivo, il personale è tra gli elementi che può davvero fare la differenza.

Tuttavia, quando le aziende assumono personale, non selezionano necessariamente i migliori e quelli con l’esperienza più solida tra tutti. Invece, spesso, considerano il lato umano, la disponibilità, le capacità di resistenza allo stress, la motivazione, lo spirito aziendale e la dinamica comportamentale.

Corsi di risorse umane online

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Perciò, ti consigliamo alcuni corsi di risorse umane online, che puoi trovare nella sezione dedicata al business: apprenderai tutti i processi che hanno l’obiettivo di selezionare, assumere e gestire le risorse di un’azienda. A conclusione dei corsi, sarai capace di riconoscere nuovi talenti e risorse, valorizzare le qualità umane e professionali delle persone, influire positivamente sul team e fare la differenza nella produttività dell’azienda.

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La fotografia ti appassiona e vorresti farne una professione? Diventare fotografo professionista è un lavoro affascinante, ma preparati a fare un po’ di gavetta. Scopriamo insieme come diventare fotografo professionista. Sappi che, per diventare fotografo, necessiterai di:

Di cosa si occupa un fotografo?

Scattare fotografie e realizzare servizi fotografici o reportage per lavoro non è una passeggiata, anzi, si tratta di un lavoro piuttosto impegnativo e spesso sottovalutato o discriminato. Infatti, il processo di creazione del prodotto fotografico finale prevede varie fasi:

Per iniziare a prendere confidenza con questo settore, puoi valutare un percorso di formazione sulla fotografia digitale:

Scopri il corso di fotografia digitale

Di quale materiale ha bisogno il fotografo?

Naturalmente avrai bisogno di una macchina fotografica per scattare foto e mettere in pratica sul campo ciò che avrai appreso durante i corsi (tra poco ne parleremo) o per migliorare la tua tecnica da autodidatta.

Tanto per iniziare, evita di investire tutti i tuoi risparmi in una macchina supersonica, ma scegli un modello base con un buon obiettivo per “sporcarti le mani” e iniziare a fare pratica. Ciò ti consentirà di rimandare l’acquisto di una macchina professionale e più costosa a quando avrai una buona mano e le conoscenze adeguate.

Iter di studio per diventare fotografo

Non esiste un solo percorso per diventare fotografo professionista. Infatti, vi sono svariate strade per approcciarsi e approfondire la tecnica fotografica, come per esempio:

Ti interessa approfondire la fotografia digitale? Il suggerimento è di procurarti un buon manuale con un corso completo di fotografia digitale:

Scopri ora il corso di fotografia digitale

 

Ora non ti resta che fare pratica. Il consiglio è di non essere schizzinoso, almeno all’inizio. Dovrai sperimentare le tue abilità e le tue competenze in ogni situazione possibile: concerti, feste, matrimoni, piccoli incarichi e collaborazioni. Avrai bisogno di fare molta pratica e prendere confidenza con il mezzo fotografico.

Anche sul fronte editing dovrai maturare esperienza e imparare a utilizzare al meglio i programmi come Photoshop e Lightroom. Anche in questo caso, ci sono svariati corsi gratuiti in giro per il web, ma puoi anche decidere di acquistare qualche manuale.

Sbocchi professionali

Buone notizie: hai la possibilità di specializzarti in un particolare settore. I settori in cui potrai specializzarti sono:

Vorresti diventare vigile del fuoco? Non è certo una professione come un’altra, anzi, implica una buona dose di coraggio, sangue freddo, senso pratico e senso del dovere! Ma come diventare pompiere? È necessario partecipare al concorso pubblico periodicamente indetto dal Ministero degli Interni. Questo concorso è aperto a tutti i civili di sesso maschile e femminile interessati a entrare nelle Forze Speciali dei Vigili del Fuoco. Scopriamo di più.

Chi è e cosa fa il pompiere?

Il pompiere o vigile del fuoco è una figura professionale che fa parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Si occupa soprattutto dello spegnimento degli incendi. Tuttavia, oltre a questa mansione fondamentale, il pompiere svolge anche altri compiti, come ad esempio la difesa civile e la salvaguardia delle persone in differenti situazioni emergenziali. Cosa intendiamo per “situazione di emergenza”? Possono essere le più disparate: piene ed esondazioni dei fiumi, frane, alluvioni, crolli strutturali, terremoti.

Le mansioni del vigile del fuoco

Abbiamo accennato ai compiti principali di un vigile del fuoco, che adesso approfondiremo. Come dicevamo, principalmente il vigile del fuoco si occupa di incendi. Anche l’altro nome col quale è nota questa figura professionale, “pompiere”, comunica lo stesso concetto: deriva infatti dal francese pompier, che allude alla pompa di spegnimento del fuoco. Ma di cosa si occupa un pompiere quando non c’è nessun incendio da domare? Ecco i principali incarichi del pompiere:

Requisiti per diventare vigile del fuoco

Per diventare pompiere è necessario essere in possesso di alcuni requisiti di base, in particolare:

Iter formativo per diventare pompiere

Per diventare pompiere non è richiesto un titolo di studio particolare, infatti è sufficiente la licenza media. Non sono necessari laurea o diploma di scuola superiore. Tuttavia, nel posizionamento della graduatoria del concorso, possedere un titolo di studio più alto della licenza media offre la possibilità di ottenere un punteggio più elevato.

Ulteriori requisiti

Il limite di altezza per entrare nelle Forze Armate è stato revocato dal D.P.R. 207/2015 e i parametri che considerati per entrare a far parte dei Vigili del Fuoco attengono solo alla prestanza fisica.

L’idoneità dei requisiti fisici e psicologici viene verificata mediante una specifica visita medica alla quale i candidati dovranno sottoporsi una volta avviato il percorso concorsuale.

Inoltre, è ormai obbligatorio e vincolante per il personale operativo saper nuotare. Infatti, durante situazioni di alluvioni o altri disastri idro-geologici, il personale preposto al soccorso agisce spesso in luoghi dove è frequente il rischio di cadere in acqua.

Se desideri migliorare le tue prestazioni fisiche ti consigliamo di consultare i nostri corsi di fitness:

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Il concorso per diventare pompiere

Il concorso per diventare vigile del fuoco è articolato più prove. In particolare, i candidati dovranno affrontare una prova pre-selettiva con domande a risposta multipla su argomenti che riguardano la scuola dell’obbligo e quesiti di tipo deduttivo, logico e di pensiero analitico.

Dopo questa prima pre-selezione, si dovrà affrontare un test motorio-attitudinale, utile all’accertamento dei requisiti fisici necessari allo svolgimento delle attività lavorative. Nello specifico, bisognerà essere in grado di saper utilizzare i mezzi operativi e le attrezzature, e di possedere prontezza di riflessi ed efficienza fisica, sia su terra, sia in acqua.

La prova orale finale

Una volta superate queste due prime prove, si dovrà sostenere un colloquio finale a conclusione del concorso. In questa sede saranno valutati nel punteggio anche i titoli di studio eventualmente posseduti dai candidati.

Gli argomenti del colloquio riguarderanno le competenze e l’organizzazione del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, le discipline inerenti al titolo di studio richiesto per la partecipazione al concorso (licenza media) ed elementi di informatica di base.

Se vuoi preparati per il concorso, potresti valutare il nostro corso di memoria e apprendimento rapido. Ti tornerà utile per questo e tutte le altre prove 🙂

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Diventare pompiere: cosa fare dopo il concorso

Dopo aver superato il concorso pubblico, si accede a una fase di formazione della durata di 12 mesi e articolata in 9 mesi di formazione teorica e 3 mesi di tirocinio pratico.

Spettano al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, anche se non in via esclusiva, le attività di formazione e addestramento di tutti i soggetti coinvolti nel contesto professionale.

Alcuni argomenti dei corsi di formazione interni:

Dopo la fase di formazione e una volta trascorsi 5 anni dall’inizio effettivo dell’attività professionale, si potrà procedere con l’avanzamento di carriera per diventare pompiere qualificato, esperto o coordinatore. Inoltre, sarà possibile entrare a far parte di nuclei specializzati o accedere a posizioni dirigenziali e amministrative.

Svolgere la professione di giornalista affascina molte persone. Alcuni sognano vorrebbero fare i giornalisti della carta stampata per grandi testate, altri sognano il giornalismo d’inchiesta, altri avrebbero l’ardire di diventare cronisti nelle zone “calde” del mondo, alcuni preferirebbero fare i giornalisti dei notiziari… Ma come si diventa giornalisti? Quali percorsi di studio intraprendere e quali requisiti sono necessari per svolgere questa professione?

Una informazione importante: in Italia, la professione giornalistica intesa come attività intellettuale e creativa a carattere professionale è disciplinata dalla legge n. 69/1963, “Ordinamento della professione di giornalista”. Questa legge istituisce l’Ordine dei Giornalisti (OdG) e riconosce due categorie di giornalisti: i professionisti e i pubblicisti.

Alla tipologia dei professionisti appartiene chi svolge in maniera esclusiva e continuativa la professione di giornalista. Alla categoria dei pubblicisti, invece, appartiene chi svolge l’attività giornalistica contestualmente ad altro impiego, in maniera non continuativa. 

Quali sono le caratteristiche dell’aspirante giornalista?

Al lavoro di giornalista, sia professionista sia pubblicista, può accedere chiunque abbia passione per questa attività indipendentemente dal titolo di studio, anche se, ad oggi, questa professione presenta canali di accesso sempre più delineati e definiti. Infatti, la progressiva specializzazione di questa professione ha determinato lo sviluppo di settori piuttosto diversificati.

Quali requisiti fondamentali dovrebbe avere l’aspirante giornalista? Indubbiamente dovrebbe possedere un’ottima conoscenza della lingua italiana, sia scritta sia parlata, una buona cultura generale, interesse per la lettura, curiosità, apertura mentale e disponibilità ad approfondire ogni aspetto della realtà circostante. Inoltre, sarebbe preferibile la conoscenza di almeno una lingua straniera. Non dimentichiamo determinazione e forza di volontà. Insomma, sono molte le caratteristiche importanti da possedere.

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Come si può diventare giornalista professionista?

Per diventare giornalista professionista, questo è l’iter:

Come ci si iscrive al registro praticanti?

Per iniziare il praticantato, occorre essere assunti come praticanti (anche prima di essersi laureati o privi della Laurea) in una redazione giornalistica. Dopodiché occorre recarsi presso l’Ordine regionale di pertinenza con una copia del contratto e una dichiarazione di inizio del praticantato firmata dal direttore responsabile della testata, e richiedere poi l’iscrizione al Registro dei praticanti.

Una volta conclusi i 18 mesi di praticantato, è necessario frequentare uno dei corsi di preparazione predisposti dal Consiglio Nazionale o dai Consigli Regionali dell’OdG. Al termine del percorso è possibile accedere all’esame per diventare giornalista professionista.

Alternativa al praticantato: i corsi di giornalismo

Come alternativa al praticantato, è possibile frequentare una scuola o un master di giornalismo riconosciuti dall’OdG. Il requisito necessario per poter accedere ai corsi è possedere il titolo di laurea triennale, magistrale o specialistica conseguito in qualunque disciplina, ancora meglio se umanistica.

I percorsi formativi in giornalismo sono a numero chiuso e hanno la durata di due anni. La frequenza è obbligatoria e permette di essere ammessi agli esami finali, con conseguente iscrizione all’albo dei giornalisti professionisti.

Esiste un corso di Laurea in Giornalismo?

No, non esiste un indirizzo di Laurea in giornalismo, ma esistono dei corsi di laurea Magistrali con indirizzo in Giornalismo e media Digitali (si tratta soprattutto di facoltà umanistiche, come per esempio Lettere Moderne o Scienze della Comunicazione). Inoltre, ci sono i corsi di cui abbiamo appena parlato che consentono di accedere all’esame per diventare giornalisti.

Quale facoltà sarebbe consigliabile scegliere per prepararsi al meglio? Sicuramente le Lauree umanistiche (come per esempio Lettere, Filosofia, Storia o Scienze Politiche) oppure Lauree in area Comunicazione ed Editoria possono fornire una formazione di base utile. Tuttavia, anche chi possiede una laurea in materie scientifiche può avere accesso ai master in giornalismo.

Come funziona l’esame di stato per diventare giornalisti?

L’esame consiste in una prova scritta e in una orale. La prova scritta prevede tre fasi:

La prova orale sotto forma di colloquio serve ad accertare le conoscenze dell’aspirante giornalista sui principi etici di questa professione, sulle norme giuridiche, sulle tecniche e sulle pratiche relative al giornalismo.

Superare la prova d’idoneità professionale è imprescindibile per ottenere l’iscrizione all’Albo dei giornalisti professionisti. La domanda di iscrizione all’Albo, con allegato all’attestato di superamento dell’esame rilasciato dall’Ordine dei Giornalisti nazionale, andrà consegnata all’Ordine della regione di propria pertinenza, dove si risiede.

Come si può diventare giornalista pubblicista?

Qui il percorso è un po’ diverso. In questo caso, occorre svolgere un’attività giornalistica retribuita e continuativa per almeno due anni presso una o più testate (di varia natura: carta stampata, web, redazione radio o televisione) regolarmente registrate e dirette da un giornalista iscritto all’albo, che possa comprovare l’attività praticata.

Per essere iscritti nell’elenco dei giornalisti pubblicisti e ottenere il tesserino non è richiesto il superamento di alcun esame. Tuttavia occorre:

Per quanto riguarda la quantità effettiva degli articoli indispensabili per l’iscrizione nell’elenco e la somma dei relativi compensi, gli aspiranti pubblicisti devono rivolgersi all’OdG della propria Regione , che valuterà l’adeguatezza della retribuzione dichiarata.

Come diventare giornalisti freelance per il web?

Con l’evoluzione della tecnologia e l’incremento delle carriere digitali, la diffusione delle testate online ha visto affermarsi la figura del web journalist.

Così come il professionista tradizionale, il giornalista online deve padroneggiare la lingua italiana e avere una certa conoscenza delle tecnologie digitali e dei linguaggi multimediali: infatti, le informazioni da elaborare sono solo testi scritti corredati da immagini, video o file audio.

Molto spesso il web journalist è un freelance, specializzato in uno specifico settore, che presta la propria attività in modo autonomo e indipendente, scegliendo le proprie collaborazioni. Anche i giornalisti freelance possono iscriversi nel registro dei praticanti, con alcuni, necessari requisiti:

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Quali sono gli sbocchi professionali per un giornalista?

Un giornalista può svolgere la professione presso  uffici stampa di enti pubblici e privati, nelle redazioni delle agenzie di stampa e di testate giornalistiche (cartacee, web, televisive e radiofoniche) nel settore scelto, (ambito sportivo, economico, parlamentare, giudiziario come inviato speciale o corrispondente all’estero).

Alcune persone si domandano come diventare carabiniere e quale percorso di studi intraprendere, oltre a eventuali prerequisiti. Oltre che una professione, per molte persone è una scelta di vita che risponde a valori e questioni etiche personali come ad esempio senso di giustizia, di lealtà. Non solo. Alcune persone interessate a lavorare nell’Arma seguono questo percorso ispirati da un genitore che ha svolto questa professione prima di loro.

In Italia, per svolgere questa professione è necessario affrontare e superare un concorso pubblico, al quale si ha accesso solo dopo un preciso iter di studi e nel rispetto di specifici requisiti. Per prepararsi al concorso sono disponibili molti libri di quiz e test con domande che consentiranno di esercitarsi sulle prove d’esame e valutare le proprie conoscenze e capacità, con lo scopo di arrivare preparati alla prova d’esame.

Ci sono requisiti fisici? Sì, ecco quali

Prima di vedere come accedere all’Arma dei Carabinieri è bene conoscere i requisiti fisici necessari per l’ammissione. Benché sia stato abolito il limite d’altezza minimo, vi sono comunque parametri fisici ben definiti da rispettare.

Il Regolamento, ratificato il 2 gennaio 2015, prevede che per la valutazione dell’idoneità fisica dei candidati si devono prendere in considerazione tre parametri:

parametri possono variare tra candidati uomini e donne:

Requisiti di base per accedere all’Arma dei Carabinieri

I requisiti base preliminari per accedere al concorso sono i seguenti:

Solo se si è in possesso di tutti i suddetti requisiti e dei requisiti fisici sarà infatti possibile accedere al concorso e poter così provare a entrare nell’Arma.

Percorso di studi e concorso

Oltre ai prerequisiti di cui abbiamo parlato, per poter accedere all’Arma dei Carabinieri è in ogni caso previsto un concorso pubblico, articolato in differenti prove in base al grado dell’Arma per il quale si concorre. In linea orientativa, è prevista una prova scritta, una di efficienza fisica e ulteriori accertamenti sanitari e attitudinali.

Anche se non è necessario essere in possesso di una Laurea (Triennale o magistrale), la valutazione dei titoli conseguiti può accrescere il punteggio al momento della compilazione della graduatoria.

Le strade per diventare carabiniere sono due: si può concorrere per il ruolo di carabiniere semplice o ufficiale. Inoltre, anche per i passaggi di grado si prevede il superamento di un concorso, che può essere pubblico oppure interno.

ruoli dell’Arma per i quali è possibile concorrere sono i seguenti:

Vediamo ora come muoversi per diventare carabiniere semplice o ufficiale.

Percorso per diventare carabiniere semplice

Per diventare carabiniere semplice è necessario trascorrere un anno in qualità di volontario dell’esercito e possedere la licenza media inferiore. Soltanto trascorso questo periodo come volontario, è possibile presentare la richiesta per l’ammissione e frequentare poi il corso attitudinale per allievi carabinieri.

Il corso da allievo ha una durata di sei mesi e prevede lo svolgimento di alcuni esercizi fisici e la frequenza di lezioni teoriche tenute da ufficiali.

Durante le lezioni teoriche, sono affrontati gli argomenti che saranno oggetto dell’esame finale, e cioè diritto penale, processuale, tecniche della circolazione stradale, tecniche di polizia giudiziaria.

Solamente dopo l’esito positivo del concorso finale è possibile diventare carabiniere semplice. Invece, per diventare carabiniere ufficiale il concorso è diverso e un po’ più complesso. Vediamo subito.

Come diventare carabiniere ufficiale: titolo di studi e prove del concorso

Per entrare nell’Arma nel ruolo di carabiniere ufficiale, è previsto un percorso diverso. Il titolo di studi richiesto per poter accedere al concorso pubblico è il diploma di maturità. In questo caso, il concorso si articola in più prove, vale a dire:

Nelle prove scritte si metteranno alla prova le competenze degli aspiranti su alcuni temi di cultura generale, conoscenza della lingua italiana e logica. Questi argomenti saranno anche oggetto del colloquio orale.

Invece, per quanto riguarda le prove fisiche, sarà richiesta l’esecuzione di piegamenti, corsa piana 1000 metri, salto in alto; a queste prove, i candidati potranno aggiungere trazioni alla sbarra e salto in lungo.

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Il superamento del concorso consente di accedere al corso abilitativo, della durata di due anni. Al termine del corso si consegue il grado di sottotenente. Anche per i successivi passaggi di grado e per l’avanzamento di carriera all’interno dell’Arma è necessario superare un concorso pubblico o interno.

Vorresti intraprendere la carriera di magistrato? Non è semplice e servono tanto impegno, costanza e forza di volontà. Come diventare magistrato? Scopriamo insieme l’iter di studio e gli sbocchi professionali.

Chi è e cosa fa un magistrato?

Questa figura professionale è un funzionario pubblico che esercita poteri giudiziari in nome dello Stato e nel rispetto della legge. Il magistrato applica le norme di diritto seguendo i principi di imparzialità, equità e indipendenza durante i processi penali, civili, e amministrativi.

Le mansioni che un magistrato svolge includono:

Le attività del magistrato possono essere di tipo:

In relazione alla giurisdizione esercitata, è possibile fare alcune distinzioni:

Il percorso di studi per diventare magistrato

L’iter di studi per diventare magistrato inizia dalla facoltà di Giurisprudenza. Iscriverti a un corso di Laurea a Ciclo unico è il primo passo imprescindibile da compiere per entrare in magistratura. In questo corso di laurea studierai in maniera approfondita i sistemi giuridici, il diritto amministrativo, privato, commerciale, oltre a discipline di ambito economico, filosofico e giuridico. Il corso a ciclo unico in Legge o Giurisprudenza ha una durata di 5 anni.

Dopo la Laurea

Dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza, come diventare magistrato? Ti si presenteranno quattro possibilità:

  1. 1. Seguire un tirocinio di 18 mesi nell’Avvocatura di Stato o presso gli uffici giudiziari.
  2. Prendere un dottorato di ricerca della durata di 3 anni, in discipline giuridiche.
  3. Fare 18 mesi di pratica forense, affrontare e superare l’esame di avvocato (qui la guida per diventare avvocato) con abilitazione al ruolo e tentare il concorso da magistrato.
  4. Iscriverti a una Scuola di Specializzazione in professioni legali: ha una durata di 2 anni.

Il concorso per diventare magistrato

Una volta portato a termine uno tra i percorsi poco fa descritti, sarà giunto il momento di tentare il concorso pubblico per entrare in magistratura. Tale concorso è articolato in quattro prove:

  1. Prima prova scritta a tema diritto civile.
  2. Seconda prova scritta a tema diritto penale.
  3. Terza prova scritta a tema diritto amministrativo.
  4. Quarta e ultima prova orale su diritto comunitario, pubblico, commerciale, penale, costituzionale, del lavoro, internazionale sia pubblico sia privato, oltre che su altre discipline quali informatica giuridica e una lingua a scelta tra inglese, francese, spagnolo, tedesco.

I concorsi per la magistratura sono tra i più difficili da superare, una mole gigantesca di nozioni che richiedono un notevole sforzo mnemonico: per fortuna esiste la memotecnica! Tra i nostri corsi online troverai alcuni corsi utili a migliorare le tue capacità mnemoniche.

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Il tirocinio dopo il concorso

Una volta superato il concorso, sarà necessario frequentare un tirocinio della durata di minimo 18 mesi, presso una tra le sedi della Corte d’Appello. Solo successivamente, una commissione apposita ti valuterà e, in caso di esito positivo, ti consentirà di diventare un magistrato.

Sbocchi professionali

Come abbiamo visto poco fa, non esiste un solo tipo di magistrato, ma più tipologie a seconda dell’ambito di afferenza. Rivediamo insieme le diverse “declinazioni” del ruolo di magistrato:

Dirigente di Magistratura

Inoltre, potresti puntare a diventare dirigente di magistratura, rivestendo uno tra i seguenti incarichi:

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Per chi volesse diventare consulente del lavoro, scopriamo insieme l’iter per poter svolgere questa attività professionale, che prevede la partecipazione a un Esame di Stato.

Chi è e cosa fa il consulente del lavoro?

Si tratta di un professionista che si occupa di amministrazione aziendale sotto vari aspetti: dalla gestione delle risorse umane all’organizzazione strategica dell’attività imprenditoriale, oltre alla pianificazione di tutti gli adempimenti relativi ai rapporti di lavoro e agli aspetti fiscali.

L’iter in breve per diventare consulente del lavoro

Percorso di studi. Il titolo di studio richiesto per svolgere la professione di Consulente del Lavoro è la laurea triennale o magistrale in settori quali giurisprudenza, scienze politiche, economia o il diploma universitario/ laurea triennale in consulenza del lavoro.

Il praticantato. Oltre alla laurea è previsto un periodo di 18 mesi di praticantato, di cui 6 durante il percorso di studi, presso lo studio di un Consulente del Lavoro professionista.

L’abilitazione alla professione. Per poter svolgere la professione è necessario aver superato un esame di Stato che include prove scritte e orali in alcune discipline specifiche: legislazione sociale, diritto del lavoro, diritto tributario, diritto pubblico e privato, diritto commerciale e societario. L’esame si svolge una volta all’anno e il relativo bando con le date d’esame viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Una volta superato l’esame di Stato, è necessario iscriversi all’Albo del Consiglio territoriale dell’Ordine della propria provincia di appartenenza.

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I requisiti per diventare consulente del lavoro

La figura professionale del consulente del lavoro è molto richiesta poiché le aziende non hanno al loro interno le competenze necessarie a gestire l’intero processo aziendale, gli aspetti fiscali e quelli relativi alle risorse umane. Vi sono alcuni prerequisiti da rispettare per poter ambire a questa professione:

Quale laurea conseguire?

Uno dei requisiti fondamentali è essere in possesso di una laurea triennale o magistrale/specialistica in una tra queste discipline:

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Come funziona il praticantato? 

Essere in possesso della sola laurea non è sufficiente per svolgere la professione di consulente del lavoro. Infatti, secondo la normativa vigente, chi desideri svolgere questa professione dovrà esercitare un periodo di praticantato di un anno e mezzo presso uno studio professionale di consulenza del lavoro, necessariamente iscritto all’albo da almeno 5 anni.

Il praticantato può essere svolto anche presso un altro professionista abilitato tra quelli previsti dalla L. 12/1979, cioè avvocato, ragioniere o dottore commercialista. In questo secondo caso, il requisito richiesto è che il professionista in questione abbia espletato da almeno 3 anni la prevista comunicazione alla Direzione Territoriale del Lavoro, e che il praticante svolga il tirocinio presso lo studio in cui è effettivamente esercitata l’attività di consulenza.

Eventualmente, il nuovo regolamento introdotto con DM 20-6-2011 può prevedere una riduzione del praticantato da 18 a 12 mesi in alcune condizioni particolari:

Perciò è possibile svolgere una parte del tirocinio obbligatorio anche prima di aver conseguito il titolo di studio necessario. Tuttavia, per usufruire di questa agevolazione, gli aspiranti consulenti dovranno richiedere un accordo siglato tra il Consiglio nazionale dell’Ordine, il Miur e il Ministero del Lavoro. Per poter ottenere questa agevolazione, lo studente dovrà essere in pari e in regola con gli esami.

Come si diventa consulente del lavoro: l’esame di Stato

Una volta concluso il tirocinio, i candidati consulenti dovranno svolgere un esame di Stato. L’esame si articola in due prove scritte e una prova orale.

La prima prova scritta consiste nella realizzazione di un tema sul diritto del lavoro e sulla legislazione sociale, mentre la seconda prova scritta sarà di tipo teorico-pratico sul diritto tributario, a discrezione della Commissione valutante. La prova orale, cui potranno accedere solo i candidati che avranno superato le prove scritte, si baserà su questi argomenti:

Nel corso delle prove scritte, i candidati potranno utilizzare testi di legge non commentati ed avranno a disposizione 7 ore. Superato l’esame di stato, bisognerà iscriversi all’albo dei consulenti del lavoro, per poter esercitare la professione. Infine, ogni consulente del lavoro è tenuto ad avere una formazione continua sulla sua professione. Inoltre, è utile sapere che presso gli ordini provinciali dei Consulenti del Lavoro si tengono corsi per il superamento dell’Esame di Stato: è consigliabile quindi seguirli per essere preparati a sostenere le prove previste.